Ultima modifica 20 Giugno 2019
Cari colleghi, finalmente abbiamo trovato il modo per risolvere tutti i nostri problemi! Grazie al nostro Presidente del Consiglio, le nostre tasche sono ormai piene e possiamo permetterci di insegnare in modo dignitoso e con la giusta preparazione!
A parte l’ironia. Nei giorni scorsi, tutti gli insegnanti di ruolo, di ogni ordine e grado, compresi coloro che hanno beneficiato delle assunzioni della Buona Scuola hanno ricevuto il famoso bonus di 500 euro utili all’aggiornamento e alla formazione. Niente di cui lamentarsi, a primo impatto, anzi. Ma per molti si tratterà dell’ennesima beffa della Nuova Riforma della Scuola. Ed i commenti non sono stati per niente positivi, neanche da parte di coloro che ne “stanno beneficiando”.
Di tutt’altro avviso il Premier Renzi, che ha confermato l’arrivo sostenendo che i 500 euro avranno un ruolo cruciale per i prof. Come ormai è solito fare, ha usato i social per mostrare la sua soddisfazione e proprio su Facebook ha rilanciato un post ricevuto da un insegnate umbro, Giovanni, che lo ringrazia perché nella sua carriera non aveva mai ricevuto un centesimo in più per il riconoscimento alla funzione docente. Il suo ringraziamento va ad un Governo che dice di non aver neanche votato.
Non sto ad elencare i commenti di ogni genere. Qualcuno è arrivato anche a pensare che si trattasse di un post scritto direttamente dal Premier…
Ma lasciando da parte ogni polemica, comunque questi 500 euro sono entrati nei nostri conti. Come dobbiamo spenderli?
La circolare ministeriale chiarisce che il bonus di 500 euro conferito agli insegnanti statali può essere speso per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste; acquisto di hardware e di software; iscrizione a corsi per attività di aggiornamento o di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Miur, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica, a master universitari inerenti il profilo professionale; rappresentazioni teatrali o cinematografiche; ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo; iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle Istituzioni scolastiche e del Piano nazionale di formazione.
Basterà ovviamente farsi emettere, al momento dell’acquisto, un documento a proprio nome che si potrà poi utilizzare in fase di rendicontazione delle spese.
Sembra tutto abbastanza chiaro, l’unica nota polemica riguarda l’uso del termine hardware nel provvedimento legislativo. Tale termine di solito indica parti elettroniche, elettriche, meccaniche, magnetiche, ottiche di un personal computer.
Il bonus di 500 euro, quindi, appare sicuramente utilizzabile per l’acquisto di computer (sia desktop che notebook) o per parti di essi. Ma anche per l’acquisto di periferiche esterne (stampanti, multifunzione, scanner, monitor, proiettori, dischi esterni, ecc…).
Qualcuno potrebbe anche sostenere che il termine hardware comprende anche dispositivi come smartphone e tablet.
A voi l’interpretazione.