Ultima modifica 7 Febbraio 2017

Il 7 febbraio si celebra la giornata della sicurezza in Rete. La giornata è stata istituita nel 2004 dalla UE.

7 Febbraio giornata della sicurezza in Rete

giornata della sicurezza in rete

I millennials sono tutti quei ragazzi nati intorno al 2000 che non concepiscono il mondo senza connessione.

Mio figlio ad esempio la sera non guarda la tv, come facevo io alla sua età.
Gli basta il wi-fi, le cuffie e sta col cellulare davanti agli occhi fino a che non lo obbligo a staccare.

È la generazione Z.

Ma questa generazione, incluso mio figlio, a volte sembra non rendersi conto di quali insidie si possano nascondere dietro quello schermino da 5 pollici.

I ragazzi tra i 13 e i 19 anni stanno connessi alla rete, fonte Miur  dalle 5 alle 10 ore al giorno.

Mio figlio non sa cosa sia una telefonata per comunicare. Tutto passa per Whatsapp. E anche questo la ricerca lo dice. Colpa mia nel caso di mio figlio. A lui, come a moltissimi altri suoi coetanei, manca l’educazione alla rete.

Per ovviare in parte a questo è nato il Safety Internet Day, la giornata della sicurezza in Rete.

La frase della giornata della sicurezza in Rete 2017 è “Be the change: unite for a better internet”.

In oltre 100 paesi del mondo oggi sono state organizzate iniziative, workshop, progetti per sensibilizzare i surfer della rete tutti. Perché uniti si possa trasformare internet in un luogo protetto. Nei limiti del possibile, come un po’ in tutte le cose.

Noi nuove mamme vogliamo dare il nostro piccolo contributo, e condividere con i nostri lettori alcuni suggerimenti ricevuti proprio da Google con consigli pratici per una navigazione più sicura. 

giornata della sicurezza in rete

Non so quanti sapevate infatti che, ad esempio, Google ha una funzione di Safe Browsing, che si attiva con un click ai link che si stanno aprendo.

Il safe browising individua i contenuti pericolosi e ci avvisa.

Stessa cosa succede per Google play. Le app in genere vengono verificate, e se non passano i controlli non vengono autorizzate da Google. Le caselle di posta di Google inoltre (le Gmail) sono protette da spam.
Oltre alle funzioni di protezione di Google noi utenti però dobbiamo fare la nostra parte.
Imparare noi genitori per primi, e poi insegnarlo ai nostri figli. Gestire le password è tra le prime azioni da fare e far fare.

È una seccatura, ma le password non dovrebbero essere uguali per ogni account.Password lunghe, con asterischi, numeri, maiuscole sono difficili da ricordare, ma evitano noie in corso d’opera, vi assicuro.

Giornata della sicurezza in Rete. Parliamone in famiglia.

giornata della sicurezza in rete

Si, questo è un argomento da trattare in famiglia, con i figli.
Cerchiamo di instaurare un clima sereno per far si che i nostri figli ci parlino dei loro dubbi.

Così almeno da avvicinarci al loro mondo e capire fin dove potrebbero spingersi. E’ difficile conquistare questa fiducia, ma potremmo evitare episodi spiacevoli, addirittura estremi, di cyberbullismo.

Non pensiamo che succeda solo agli altri, siamo tutti sotto questo cielo. E soprattutto dentro questa rete.

Impostiamo i nostri ausili informatici con una privacy adeguata. Con controlli di condivisione i nostri social.
Diciamo ai nostri figli che non è sempre un bene condividere tutto con tutti. Che ci sono cose che appartengono ad una sfera privata.

Giornata della sicurezza in Rete: sapete cos’è il safe Search?

Il Safe Search è una impostazione di google che consente una navigazione più controllata. Basta attivarlo con questo link. Quando utilizziamo il pc o il tablet con i nostri figli poi cerchiamo di farli navigare protetti con un parental control.

Idem vale per il controllo di video su Youtube , in modo da escludere contenuti potenzialmente problematici per i più piccoli.

Il Ministero dell’Istruzione si diceva ha pubblicato in occasione della Giornata della sicurezza in Rete un PIANO NAZIONALE PER LA PREVENZIONE DEL BULLISMO E DEL CYBER-BULLISMO A SCUOLA

La scuola è dunque in prima fila, ma noi genitori facciamo la nostra parte. Proteggiamo i nostri figli. Quello che sembra virtuale potrebbe rivelarsi “realmente” pericoloso.

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