Ultima modifica 23 Ottobre 2019
E’ il 9 marzo 1908, 44 ex soci milanisti si danno appuntamento al ristorante l’orologio vicino al Duomo. Fu così che davanti ad un piatto di risotto all’ossobuco innaffiato da un rosso dell’Oltrepò, nacque l’Inter!
Ebbene si, sono interista, e lo sono da sempre. Lo sono quando la squadra vince e ancora di più quando affronta momenti difficili come questo.
Quante ne abbiamo passate… ricordo la mia stanza da adolescente tappezzata di poster, di vecchie e nuove magliette, di sciarpe; le partite viste rigorosamente in curva nord, saltando e urlando.. per poi tornare sempre a casa senza un filo di voce. Il freddo, la gioia quando la squadra vinceva e la tristezza quando si rientrava a casa senza aver segnato neanche un goal. Ricordo un pomeriggio di agosto con gli amici davanti a San Siro, per poi partire direzione lago alla ricerca della casa di Klinsmann… ricordo il mio gattino siamese che si chiamava Sosa.
Matta? Si.. lo sono sempre stata.
E con questo credo di rispondere anche a tutti quelli che puntualmente mi chiedono: come mai tuo figlio gioca nell’Inter?
Già.. perché cuore di mamma poteva nascere con altri colori nella testa? Direi di no..
Ora, il punto è che quando Angelo ha espresso il desiderio di giocare a calcio, cosa che credo faccia il 90% dei bambini si poteva scegliere: la palestra della scuola, l’oratorio, una delle tante squadre vicino casa, o la scuola calcio Inter (quelle delle altre squadre per ovvie ragioni le avevo eliminate a priori).
Con il senno di poi, e credetemi, non lo dico solo per via della mia fede sportiva, sono stra felice della scelta fatta, e lo è anche il marito gobbo, il che è tutto dire..
Ti danno in dotazione la borsa, la giacca, la giacca a vento, il cappello, la tuta, i pantaloncini, la maglietta e le calze (con due cambi) tutto ovviamente ‘ufficiale’ quindi firmato nike. Ogni ogni tanto i bambini accompagnati da un genitore vengono invitati allo stadio a vedere le partite, e durante l’intervallo fanno il giro del campo a San Siro (e non avete idea dell’emozione che si legge negli occhi dei piccoli calciatori). A parte tutto questo che sicuramente ha un grande valore, i bambini vengono educati allo sport di squadra e al rispetto delle regole.
Il nostro responsabile organizzativo, i mister, sono preparati e meravigliosamente disponibili con tutti i bambini.
Ma essere disponibili non significa lasciarli fare cio’ che vogliono.. al contrario.
Tutti arrivano con la tuta della squadra, sanno come devono vestirsi per entrare in campo, sanno come devono comportarsi, sanno che devono seguire le indicazioni del mister. E lo fanno… tutti.
A fine allenamento doccia, qualche ‘chiacchiera da spogliatoio’ per poi tornare da mamma e papà.
L’impostazione che hanno, il modo di porsi con bambini e genitori fa si che non ci siano screzi di nessun tipo.
Non ho mai visto un genitore lamentarsi di qualche cosa, o le classiche partite in cui tra genitori ci si spenna perche il proprio figlio è migliore di quello di un altro.
Non giocano ancora vere e proprie partite, non hanno dei ruoli predefiniti. Tutti imparano tutto, per poi capire qual è il ruolo per cui sono più portati, in un secondo tempo.
Non ho mai sentito volare una parolaccia. Mai un urlo. E visto che questo è un sito di opinioni, test e suggerimenti… ve lo dico: se volete iscrivere vostro figlio a calcio, indipendentemente dalla vostra squadra preferita fate un pensierino sulla scuola calcio Inter. Fate un giro all’Enotria, non ve ne pentirete! ( ps: so che c’è anche la possibilità di fare una giornata di prova.
Intanto noi sabato andiamo allo stadio a festeggiare la nostra squadra del cuore.