Ultima modifica 7 Maggio 2019
Pezzettino è un classico della letteratura per l’infanzia.
Pubblicato nel 1975 dal maestro Leo Lionni, Pezzettino è un piccolo gioiello filosofico che accompagna i giovanissimi lettori alla scoperta della propria identità in una maniera tanto semplice e delicata che, a fine lettura, quasi ti manca il fiato.
Per apprezzare il valore di Pezzettino oggi, a 44 anni dalla sua uscita, vorrei condividere con voi questa riflessione, citando Italo Calvino nella prefazione del suo Perché leggere i classici. Calvino suggerisce la lettura di grandi autori come Montale, Flaubert, Tolstoj come rivoluzionaria nella formazione culturale di ciascuno.
Ora, direte, cosa c’entra Lionni con Tolstoj? Cosa c’entra un volumetto illustrato di poche pagine come Pezzettino con Guerra e Pace o con L’Orlando Furioso?
Per me tutto si riassume in questa frase:
“Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.
E, difatti, questo libricino da più di 40 anni ancora ci parla.
Perché la lettura di Pezzettino è sì una scoperta per i bambini ma, amici miei, è una rivelazione, un’epifania per i genitori che lo leggono/rileggono con alle spalle l’esperienze della vita.
Pezzettino, piccolo com’è, è convinto di essere parte di qualcosa di più grande, un pezzetto mancante di qualcosa di più completo. I suoi amici, più grandi di lui, sanno volare, o scalare le montagne, sanno correre veloce, sono forti.
Decide quindi di mettersi in viaggio verso l’isola Chi-sono per scoprire la sua vera identità. Prima che essere un itinerario geografico, il suo è un viaggio intimo e di ritrovamento di sé, come nella migliore tradizione letteraria.
Sull’isola-Chi-Sono Pezzettino non trova niente, o meglio niente altro che se stesso. Deluso, inciampa, cade e va in frantumi. È quando vede pezzetti di sé sparsi in giro che comprende la sua vera essenza. Pezzettino tornerà da questo viaggio di scoperta con una nuova stima di sé e, agli amici che lo aspettano, rivela “Io sono me stesso”.
Pezzettino porta con sé quindi un messaggio profondo, che emoziona prima i genitori dei bambini. Allora, mi sono chiesta, i bambini riescono a coglierne il significato assoluto e sottinteso?
Io credo che questa storia proponga vari livelli di interpretazione.
Pezzettino parla all’animo dei lettori di ogni età con la forza che solo la poesia possiede e, mentre i bambini registrano la storia, i bambini più cresciuti ne colgono la metafora.
Pezzettino è diventato il nuovo personaggio preferito di mio figlio Diego, cosa alquanto bizzarra se pensiamo che non si tratta che di un piccolo quadrato arancione senza occhi, senza mani, senza gambe. Niente altro che un quadratino arancione. Credo che gli piaccia la determinazione di Pezzettino, il non darsi per vinto anche se piccolo piccolo. E in me ha innescato una riflessione profonda, una presa di coscienza sul fatto che Dieguccio, per quanto piccino, non è niente altro che se stesso, una personcina completa e autonoma e non un’estensione della sua mamma.
Pezzettino è orgogliosamente pubblicato da Babalibri.
Questa nuova edizione, che commemora il ventesimo anniversario della dipartita di Leo Lionni, propone in allegato un cd con cinque tracce.
La voce di Giuseppe Cederna racconta la fiaba in musica e il maestro Riccardo Schwartz lo accompagna al pianoforte, suonando Schubert.
Insomma, stavolta non ci sono riuscita proprio a scrivere una recensione cialtrona.
Mi ricompongo e ci riprovo con le prossime, tranquilli.
Il tempo che mi sbaciucchio Diego e mi asciugo i lucciconi.
Recensione meravigliosa! Hai “riscoperto” un gioiello che merita di essere tramandato di generazione in generazione.
Molto grazioso, in effetti. Tutti i libri di Lionni sono dei piccoli capolavori.
Un abbraccio