Ultima modifica 10 Giugno 2019

La scuola è definitivamente finita. Chiusa. Archiviata. Fino a settembre.
Noi oggi però vorremmo, a fine scuola, fare un omaggio alle attrici non protagoniste: le mamme che piangono.

Le mamme che piangono sono le più belle

mamme che piangono

Ditemi se sbaglio. Sarà l’ormone, sarà che i figli so piezz’e core, ma le mamme, di qualsiasi età, religione e colore, hanno sempre la lacrima pronta.
Forse non tutte, ma proprio per questo le mamme che piangono sono le più belle.

Le riconosci subito quelle mamme lì.

Hanno tutte gli occhialoni scuri ben piantati sul volto. O pronti a scendere come una ghigliottina. Strategici. Non alla moda ma necessari per il momento e per lo scopo.
Anche se sono in un teatro al buio. Anche in un angolo dell’oratorio, in una palestra di scuola. Possono trovarsi in prima fila alla recita scolastica.

O in disparte, lì sul marciapiede davanti al bus pronto a partire.

Sono sugli spalti alla fine del campus estivo per vedere il saggio, ma anche chiuse in auto che aspettano di sapere l’esito di un esame.

Sono in chiesa che guardano passare la frotta in saio bianco. E le trovi anche nei corridoi delle scuole, che aspettano un responso trepidanti.
Possono avere il cellulare pronto a far foto o discretamente volere tenere per sé quegli attimi di gloria. Ma tutte, rigorosamente piangono.

Perché è l’ultimo giorno di quinta, perché non ha ricordato bene la parte alla recita di Natale, perché al saggio faceva la foglia, la principessa, il bue e l’asinello, non importa cosa.

Ma le mamme che piangono rendono tutto più bello.
Anche quella rappresentazione che peggio non si può.
Che state tutti scomodi, che non c’è spazio, che l’organizzazione è uno schifo.

mamme che piangono

E poi lo vedi. Piccolo piccolo, uguale insieme agli altri. Un puntino. E quello che fino a un momento prima era l’ennesimo coro del cacchio diventa meglio di un musical di Broadway. meglio della cerimonia di apertura delle olimpiadi.

O meglio del lago dei cigni con Eleonora Abbagnato. O ancora di più della consegna dei diplomi di Harvard.

Hanno il fazzoletto pronto in borsa. Alcune tentano di mascherare. Mamma mia che raffreddore oggi… Altre si arrendono e incuranti delle lacrime che rigano il volto salutano tutti con naturalezza. Perché in fondo sanno che siete in tante.

Che poi non lo diresti mai.

Le incontri per strada e pensi che quella non è proprio una di quelle mamme che piangnucolano ad ogni situazione.

È tutta d’un pezzo, un generale, un prefetto di ferro, figurati se la smuovi. E invece basta una creatura di neanche un metro a smuoverla.mamme che piangono

Anzi. Le mamme che piangono pensano “Ma sì, mi commuovo perché è piccolo. È indifeso, è tenero”. E non sanno che continueranno a farlo, piangere dico, anche quando la creatura diventerà uomo e donna.

Gli occhiali scuri caleranno sempre sul volto. Anche quando si diplomerà. Oppure quando discuterà la laurea. Persino, e soprattutto, quando entrerà in chiesa in abito bianco (sai che pianti lì).

Ma non importa. Perché così è bello. E loro, i figli, lo capiranno. Ci vorrà tempo ma lo capiranno.

Ci vorrà che diventeranno genitori.

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