Ultima modifica 20 Aprile 2015
Sapete cos’è una casa-famiglia? E perché è nata?
Qualcuno di voi ha visto un brefotrofio o uno di quei tanti ‘collegi’ per bimbi abbandonati od orfani che esistevano in quasi tutte le città?
Erano luoghi desolati e desolanti, che spersonalizzavano i bimbi, li facevano crescere diversi, li facevano sentire diversi, non permettevano loro di vivere una vita normalmente serena, dovevano dividere tutto, non possedere nulla, non si insegnava amore, solo obbedienza e costrizioni, anche nel migliore dei casi.
Fortunatamente qualcuno ha pensato di chiuderli e di sostituirli con strutture più piccole, più a misura di bambino, e sono nate le case-famiglia, nell’intenzione di far vivere ai piccoli una vita simil-familiare, ma purtroppo in molti casi sono rimaste solo intenzioni e la realtà si è dimostrata ben diversa.
Troppi, a volte, i bimbi in affido o persone che utilizzano queste strutture al solo scopo di ricavarne denaro, mettendo il benessere dei bimbi in secondo, ultimo piano, ma qualcuno esce dal coro.
È quel che capita a Chiavari, dove, per l’amore di due persone è nata pim pam, una vera casa-famiglia.
Un marito ed una moglie che si conoscono da sempre e che da sempre hanno sognato una loro famiglia, si sono sposati, ma non hanno avuto figli.
Potevano adottarne qualcuno, ma si sono guardati intorno e hanno capito che era più necessario, più urgente assistere i piccoli che avevano solo temporanee necessità, quei bimbi mai dichiarati in stato di abbandono e di adattabilità che le vicissitudini della vita avevano temporaneamente privato dei genitori.
Hanno cercato una casa adatta al bisogno e l’ hanno trovata nel parco delle suore Gianelline, una vecchia casa da tempo in disuso, in mezzo agli ulivi. Le suore l’hanno ristrutturata e affidata in comodato d’uso a Alberto e Francesca, che hanno rimesso in sesto il giardino e, con l’aiuto di tanti, recuperano i fondi necessari anche per elaborare nuovi progetti.
Ogni mattina 6 bambini bussano alla loro porta e loro li accolgono come accoglierebbero dei figli propri, senza dimenticare che non lo sono, che prima o poi ognuno di loro rientrerà nella propria casa e loro ne conserveranno per sempre un posto speciale nel cuore pronto ad accoglierne altri, ad aiutare a sorridere altri bimbi.