Ultima modifica 17 Giugno 2023
Il termine “autonomia” viene spesso utilizzato per definire un bambino o una bambina che se la cava in ogni situazione, che trova soluzioni nell’immediato…che sa farsi un panino quando ha fame o andarsi a comprare il gelato al chiosco. Trattasi di Autonomia Level 1.
L’autonomia assume un valore sicuramente più alto quando vediamo un bambino responsabile, attento alle proprie cose, capace di fare, organizzandosi e portando a termine i suoi piccoli compiti. Autonomia Level 2.
Siamo certamente su due piani diversi.
Nel primo, il bambino autonomo soddisfa i suoi bisogni primari, nell’altro mostra la capacità di gestire il tempo e gli oggetti.
Entrambi fanno sicuramente breccia nel nostro cuoredimamma ed è giusto così, ci mancherebbe.
Ci sono, però, altri due livelli che spesso non vengono considerati, forse perché meno simpatici e più velati.
Quelli che, però, portano a crescere, quelli effettivamente più difficili da raggiungere.
Parliamo di gestire il proprio comportamento, le proprie emozioni, l’atteggiamento nei confronti della conoscenza (Autonomia Level 3) e fare tutto questo in mezzo agli altri, senza prevaricare (Autonomia Level 4).
L’etimologia della parola autonomia ha dentro di sé un valore molto alto e complesso: significa essere capace di darsi regole.
Il che non vuol dire affatto essere anarchici. Ma riuscire ad autoregolarsi.
E, dato che si vive in una piccola o grande comunità, autoregolarsi prevede un atteggiamento di considerazione verso gli altri.
Ah, quanto è complicato!
Sì, ma complicato forte!
Un piccolo esempio.
Pensate di essere un bambino così: io ho studiato, ho fatto tutto prima delle quattro e sono stato bravissimo. Mi sono anche preparato pane e Nutella, affettando il pane senza incidenti! Entro a scuola e voglio dire tutto quello che so.
L’insegnante però interroga un altro.
Eh no… Eh no… Con tutto quello che ho studiato!
E niente, io parlo lo stesso. Rubo la parola. Ma vabbeh, io però ho studiato, ho fatto tutto, ho faticato… per niente? No!
E allora “Nel millenovecentonovantadueeee!” In piedi come al gol di Tardelli nell”82.
Che te lo abbracceresti per l’entusiasmo, no?
Ha ragione da vendere. E’ anche molto bravo.
Abbiamo sicuramente superato
i 3 livelli,
ma sul quarto
dobbiamo lavorare.
E’ entusiasmante vedere l’amore per la conoscenza.
Per me lo è e cerco sempre di valorizzarlo in momenti diversi. Ma ancora la vera autonomia, quella che ti regola, quella che ti fa partire la vocina “magari anche lui ha studiato ed è esattamente come me, vuole dire quello che sa… fammi stare zitto”, non è stata raggiunta.
Da insegnante devo farlo notare, anche con forza, anche spesso, anche ogni volta.
Apprezzare e gioire delle prime tre autonomie, non ci deve distogliere dal far raggiungere ai bambini il quarto livello, che poi è quello in cui ti devi regolare con più forza, controllare, agire dandoti comandi forti, esattamente contrari a ciò che vorresti.
E’ un po’ la storia di tutti noi, quando andiamo al lavoro al mattino: alle 7.20 non vai propriamente a spasso.
Ora c’è quello che, ligio al suo lavoro, si alza presto, è in perfetto orario.
Ha dormito abbastanza perché è responsabile. Ma poi ti fa inchiodare alla rotonda perché lui “va al lavoro” e quindi passa per primo perché se lo merita.
Mica può far tardi per te… eh, dai.
E io, ligia al lavoro, che mi alzo presto, che sono in perfetto orario, che ho dormito perché sono responsabile, che ho la precedenza, devo frenare.
Quando diciamo “mio figlio è autonomo”, in sostanza, dovremmo pensarlo in modo completo.
Altrimenti dobbiamo chiarire a noi stessi per primi in cosa è autonomo e lavorare sul resto non ancora raggiunto: non ci dobbiamo accontentare.
Certo, può anche succedere che raggiunga il quarto ancor prima del primo… non sono necessariamente in fila e in sequenza.
In quel caso lavoreremo comunque dove sarà più necessario.
Ecco. Si comincia da piccoli, perché poi, ad autoregolarsi nei momenti tremendi della vita, si fa fatica, non si regge il peso e si prevaricano gli altri in modo troppo, troppo naturale.
Raggiungere la vera autonomia è una lunga lunga strada, un lavoro complesso che non si può mollare, ma viene pagato bene da adulti responsabili e capaci di vedersi in mezzo agli altri, sempre.