Ultima modifica 17 Giugno 2023

Mi mancava un pezzo: i nostri nuovi genitori.
Oggi abbiamo avuto la nostra riunione “prima della prima”.
Con tutte le impressioni di settembre giornalistiche avevo paura: sì, perché essere padri e madri in questo momento difficile, può essere destabilizzato dal turbinio di informazioni che spesso partono dalla scorrettezza, fino ad arrivare alla falsità.
Perché essere genitori è sempre complesso, a volte ingestibile, tanto che lasci andare come va, per poi riprendere il timone appena riesci.
Perché poi quando cominciano a martellarti col fatto che a scuola non si è fatto nulla per poter comprare i banchi con le rotelle, pensi da insegnante che qualcuno a ragione ci possa credere. Pensi che un genitore per difendere la salute del proprio figlio possa giustamente fare di tutto.

genitori covid

Eppure oggi erano tutti lì i nostri nuovi genitori, dietro uno schermo.

Non li vedevo nemmeno tutti per problemi di Grid View, ma il numerino dei partecipanti era chiaro. Ci hanno ascoltato.
Hanno sentito tutto quello che ci siamo sentite di dire, fino in fondo, con attenzione.
Chiediamo sempre fiducia, chiediamo sempre supporto e collaborazione, ma, prima che ti conoscano, si resta perfetti estranei.
Sì, certo, avranno sentito “che genere di maestre siamo” da passaparola inevitabili, nel bene e nel male, ma restiamo estranee. Io a questo penso sempre.

Abbiamo detto tante cose, ma questa è, credo, la cosa più rassicurante che si possa dire, perché è così:

Consideriamo la condivisione delle idee un cardine della nostra didattica e cerchiamo di non stimolare la competizione che non trova nessuna evidenza di sostegno alla didattica, soprattutto in questi primi anni di scuola.
Vorremmo dirvi poi che è fondamentale sostenere e dare valore agli sforzi quotidiani dei bambini, perché cose che sembrano banali sono sempre il frutto di grande sforzo e impegno da parte dei piccoli.
E’ importante sostenerli nei momenti di frustrazione che incontreranno per vari motivi.
C’è poi chi parte bene, chi parte male, chi non parte subito o chi si ferma dopo un po’: non vi preoccupate, ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi momenti e noi, in ciascuno di questi, saremo lì ad incoraggiare e sostenere.
Perché non si può dire che andrà tutto – bene – sempre: sarebbe una stortura disonesta della realtà.

Ma che gli insegnanti ci sono a sostenere un percorso, qualunque esso sia, questo sì, si deve dire perché è la verità.

E adesso dico l’impressione che ho avuto: di ascolto, di riflessione attenta alle nostra parole.
Hanno compreso il momento e, a differenza di quanto mi aspettassi, hanno fatto domande puntuali e concrete che non avevano nulla del mondo “fuori”, quello che ci prospettano notiziari e social.
Genitori che, pur essendo giustamente in ansia per questo anno incerto, sono riusciti a stare dentro un binario giusto. Non so come altro descriverlo.
Questo, sicuramente, a una settimana dall’inizio, ci dà fiducia.
Niente domande sugli arredi.
Niente domande sul distanziamento.

Sanno, probabilmente, che la scuola avrà fatto ciò che doveva.

Ed è quello che penso anch’io da genitore, vedendolo da dentro.
Mi rincuora e mi aiuta a partire, pensando a ciò che è fondamentale: insegnare.
Sappiamo bene, come dice Eraclito, che nulla è permanente tranne il cambiamento. Sappiamo bene che sarà un percorso lungo e duro in cui sarà difficile andare sempre d’accordo, essere sempre sulla stessa lunghezza d’onda.
Ma abbiamo iniziato bene.
Non è poco.

Volevo fare l’archeologa… invece sono moglie, mamma, sorella e maestra e per me è più che sufficiente, anzi, ottimo. Sono una donna “orgogliosamente media”, ma decisamente realizzata, che non si annoia neanche un po’…

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