Ultima modifica 29 Gennaio 2021

Sono la mamma di due bambini, molto attivi, creativi e divertenti.
La più grande ha sei anni, il più piccolo due. Giocano tanto insieme e bisticciano, raramente, ma come è giusto che sia.

Sono due bambini molto indipendenti e a me piace incoraggiare questo aspetto. Vedere le loro facce soddisfatte quando riescono da soli in qualcosa, non vale nessun aiuto che io possa proporgli!
Entrambi, fin da piccolini, hanno imparato a giocare anche da soli, non isolati in un’altra stanza, ma accanto a me, facendo il loro gioco, con le loro regole, a volte in silenzio, a volte chiassosi, senza aver bisogno del mio intervento. Loro sanno che io sono lì e a loro piace fare da soli, mentre mamma gioca proprio lì accanto.

Quando Lavinia aveva più o meno l’età di Adriano, uno dei giochi che preferiva fare era mettere in fila i giocattoli: peluche, costruzioni, dinosauri (sì, era un amante dei simpatici lucertoloni!) e via discorrendo. Il fratello non è da meno.

Infatti, spende molto tempo a ordinare macchine e dinosauri, con pazienta, attenzione e una metodicità pazzesca.

Quando lui decide che il gioco è finito le macchine tornano nello zainetto, il posto da lui scelto per custodire le sue preziosissime macchinine.
Come poi le macchine tornano nel garage di stoffa dipende dalla giornata: a volte il piccolo Adriano, mimando il rombo delle vetture, le guida ordinatamente, altre volte, anzi, molto spesso, le lancia e le sparpaglia mimando uragani e catastrofi che si abbattono sulle ignare, ma resistenti macchine giocattolo.

La necessità di ordinare gli oggetti è una fase normale del bambino, anzi è una tappa fisiologica dello sviluppo della sua psiche. Questa fase può esprimersi con il mettere i giochi in fila, in ordine di grandezza, a gruppi ordinati per colore o per forma.

A volte capita che il bambino si arrabbi se qualcuno, che spesso si identifica nella sorella, altera il suo ordine.

Anche questa rabbia è fisiologica.

Certo, queste modalità di gioco devono alternarsi a giochi con i coetanei, a giochi più scatenati e rumorosi. Spesso mi chiedo come noi mamme, o meglio, le nostre orecchie, riescano a sopravvivere ai giochi rumorosi dei bambini. Adriano e Lavinia sono degli esperti in questo, ma quando li vedo divertirsi tanto e ridere fino quasi a piangere, le mie orecchie smettono di lamentarsi.

I bambini piccoli hanno bisogno di organizzare lo spazio intorno a loro, conoscerlo, per poterlo costruire e reinventare. Organizzare un gioco e avere la conferma che quello rimanga inalterato se si compiono le stesse azioni trasmette al bambino sicurezza, nonché molta soddisfazione.

I due e i tre anni sono per il bambino gli anni della sperimentazione dello spazio, inteso come altezza e profondità. E allora ben vengano file di giochi e torri altissime di costruzioni o di sassi che, a loro piacimento, vanno a finire all’aria in un secondo, con una risata o, a volte, con un po’ di frustrazione.

Ma loro non mollano, ricominciano e, mattoncino dopo mattoncino, sono destinati a conquistare il mondo!

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