Ultima modifica 27 Gennaio 2021
I bambini cadono, spesso, e sbagliano. Lo facciamo anche noi adulti, perché loro non dovrebbero. E se aiutarli a rialzarsi sempre, anche quando ce la potrebbero fare benissimo da soli, non fosse la cosa più giusta per loro?
Io credo che Sbagliando s’Impara non sia solo un vecchio detto, ma una verissima verità.
Non credo che sbagliare causi la chiusura nei confronti del mondo e il fallimento futuro nella quotidianità o nei momenti fondamentali della vita. Al contrario.
La paura che i nostri figli cadendo possano farsi male c’è sempre e credo ci sarà anche quando saranno adulti, ma le nostre paure non devono in alcun modo condizionare il loro vivere, né tantomeno il loro camminare, inteso anche come cammino lungo la vita.
Diventare iperprotettivi è semplice, basta lasciarsi guidare dalle ansie tipiche da genitore, che, ahimè, sono fisiologiche.
I figli sono il bene più prezioso che abbiamo, l’incarnazione del nostro amore, la parte più bella di noi stessi. E allora perché tentare di rovinare questa perfezione schiacciandoli con i nostri timori e le nostre paure?
Lasciamoli cadere perché stanno correndo, lasciamoli arrampicare sull’albero del giardino, lasciamoli sperimentare il proprio corpo, capire i propri limiti e incoraggiamoli a superarli.
Ma rimaniamo sempre lì accanto a loro a quella che io chiamo distanza di sicurezza, ovvero meno della lunghezza del mio braccio. Quando i miei figli cresceranno, quella distanza si allungherà e li vedrò correre sicuri e consapevoli che, sempre e comunque, io sono lì, dietro a loro, qualsiasi cosa succeda!
Ogni bambino deve affrontare con serenità le tappe della crescita, supportato dai genitori, che serenamente lo sostengono e incoraggiano.
Poi, che dentro di noi stiamo per piangere e urlare solo perché nostro figlio ha imparato ad andare in bici a una velocità supersonica e quello che visualizziamo non è altro che un braccio rotto o dieci punti di sutura sulla fronte, ecco, questo magari teniamocelo per noi!
Se un genitore non lascia sperimentare anche il fallimento al proprio figlio, sta implicitamente trasmettendo un modello non reale della vita. Nella vita si sbaglia anche perché si è sé stessi. Se il bambino cresce con la consapevolezza che l’errore è una possibilità, ma non una fine, imparerà a rialzarsi da qualunque caduta, a mettersi in gioco e a essere sé stesso.
Così come è importane imparare a tollerare le sconfitte, sia nello sport, ma anche nella vita.
Che le sconfitte siano uno sprone a migliorarsi, non una vergogna da cui nascondersi. Imparare a perdere insegna al bambino la resilienza, che, a mio parere, è una delle caratteristiche più importanti nella vita; ma anche la costanza e la determinazione.
Ognuno dei nostri meravigliosi figli è unico, ha delle potenzialità e capacità singolari che devono potersi esprimere spontaneamente e liberamente.
Fidiamoci di più dei nostri figli e delle loro potenzialità, adottando questo atteggiamento sin da quando sono molto piccoli. Permettiamogli di cadere e d’imparare a rialzarsi in autonomia, rispettando i tempi della loro crescita.
A noi serve solo il coraggio di accettare che cadano e la prontezza ad aiutarli, se serve.