Ultima modifica 5 Novembre 2019

Anche la cattolicissima Spagna ha i suoi riti , le sue  usanze natalizie e i suoi presepi, tanto che un proverbio spagnolo recita: “Presepe fai, pane mangerai”. E gli spagnoli seguono profondamente questo rito importato dagli italiani, ma anche gli spagnoli sono diventati ben presto dei veri e  propri artisti in questo campo. Gode di grande e meritata fama il presepe ” Salzillo” che si può ammirare nel museo di Murcia. Nei villaggi andalusi si usano allestire  dei presepi viventi per aiutare le famiglie povere; chi si reca a visitare il presepe lascia qualcosa, pollame, coperte e varie altre cose per permettere alla povera famiglia di trascorrere un Natale tranquillo. Un’altra bella usanza spagnola é quella di accogliere nella propria casa, la notte di Natale, un neonato povero al quale la famiglia avrà comperato, o fatto con le proprie mani, un corredino nuovo.

Tanti sono i canti di Natale, diversi da regione a regione, si chiamano villancicos e hanno nel flamenco il ritmo abituale. Qui sono i Re Magi che portano i doni e quindi lunga è l’attesa sino al’epifania, anche se, qui come altrove, la figura di Babbo Natale sta pian piano prendendo il sopravvento, ma le tradizioni sono lente a morire perciò i bambini delle campagne lasciano dietro la porta di casa le pantofole riempite di biada per i cammelli dei Magi che lasceranno i doni. Un’ antica tradizione é quella di vestire un ragazzo  dei panni di un vescovo e affidargli pieni poteri dal 6 al 28 dicembre. In questo periodo al piccolo vescovo saranno riservati onori e acclamazioni, propri della figura di cui indossa i panni. I dolci natalizi spagnoli tipici sono il marzapane, una specie di pasta mandorlata, ed il torrone. Nei Pirenei le massaie di un tempo preparavano dei panini speciali a forma di sassi, li coronavano di alloro e li facevano benedire il 25 dicembre in memoria della lapidazione di S. Stefano. 

Nel vicino Portogallo  i ragazzi  preparano delle fiaccole di faggio, tasso e ginepro con le quali si recano alla Messa in processione e le spengono solo all’arrivo in chiesa, tutti assistono alla Messa di Mezzanotte e, all’uscita,  è tradizione che i datori di lavoro offrano ai loro dipendenti marroni arrostiti ed innaffiati di vino. Nelle prime ore del giorno di Natale, le famiglie portoghesi consumano la consoada, mentre i  ceppi ardono nei camini ed anche nei cimiteri, perché le credenze dicono che le anime dei defunti escano la notte di Natale e hanno bisogno di luce e calore, in ogni casa la tavola i resta imbandita per loro che vi trovano le leccornie cui erano abituati in vita.

C’è un dolce che unisce tutti gli abitanti della penisola iberica e che è tradizionale del Natale: i polveroni, ecco la loro ricetta: servono:400gr di zucchero a velo,200gr di mandorle, 400gr di burro o strutto, farina, quanto basta, un pizzico di cannella. Preriscaldare il forno a 200°, tostarvi le mandorle e poi tritarle. Unire alle mandorle lo zucchero, un pizzico di cannella, lo strutto e tanta farina fino ad ottenere una palla soda. Fare piccole caramelle ed infornarle per 15 minuti, fino a quando prenderanno un bel colore dorato. Lasciarle raffreddare e cospargerle di zucchero a velo e/o cannella, chiuderli con frusciante carta velina, bianca o rossa, proprio come le caramelle.

Tutto in attesa dell’arrivo dei Re Magi i soli che, secondo l’antica tradizione, portarono doni preziosi al Bambino Gesù.

Nonna Lì

 

Sono una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

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