In questo articolo capiremo come approcciarci e cosa fare quando un bambino si rifiuta di parlare inglese, come sempre dico non c’è bisogno di forzare il bambino basta solo capire come mai non vuole esprimersi nella seconda lingua, inglese o qualsiasi altra essa sia, e poi attivare delle strategie per farlo sentire sicuro nel parlato.
Bilinguismo attivo Vs bilinguismo passivo
Partiamo con chiarire la differenza tra i due tipi di bilinguismo: il bilingua passivo è colui che capisce la lingua ma non la parla, al contrario chi parla e capisce inglese è bilingue attivo.
Una lingua è composta da 4 aree: ascolto, parlato, lettura e scrittura; io consiglio sempre di introdurre tutte e 4 le aree una alla volta a seconda dell’età del piccolo.
Si parte con l’esposizione orale, qui parliamo di inglese ma va bene qualsiasi essa sia, tramite l’ascolto, poi ci si aspeta che i bambino parli e dai sei anni in su si può introdurre anche la lettura e la scrittura.
E’ molto comune che a volte ci si areni al parlato, anche per bambini che capiscano benissimo tutto quello che gli si dice nella seconda lingua non la parlino per niente, e questo è normale perchè parlare inglese li spinge ad uscire dalla loro zona di confort e fare una fatica ulteriore.
Cosa fare quando un bambino si rifiuta di parlare inglese o una seconda lingua
Come facciamo allora quando si arriva a questo punto? Prima di tutto facciamoci i complimenti perchè abbiamo un figlio che capisce una seconda lingua e già questo è un grande risultato.
Poi cerchiamo di spacchettare lo step di difficoltà il più possibile ad esempio, valorizziamo quando dicono una parola nella lingua che desidereremmo parlassero, traduciamo nella seconda lingua la loro risposta quando loro ci rispondono in italiano, ove sia possibile ovviamente non ostruiamo troppo il discorso. Un’altra opzione può essere fare domande chiuse, che implichino una risposta breve così per il bambino sarà più facile rispodere nella seconda lingua.
E’ impostante anche calare le nostre aspettative, si inizia a parlare una parola alla volta e, in una fase iniziale, va bensissimo anche se in mezzo ad una frase in italiano mette una parola in inglese.
Valorizziamo ogni singola conquista e non aspettiamoci che faccia subito frasi complesse, perchè sicuramente è in grado di farle ma non si sente sicuro e quindi è bloccato, dobbiamo cercare di alzare la sua autosima e motivarlo a parlare nella seconda lingua.
Non sempre la soluzione unica e migliore è lasciarlo da solo in un paese in cui si parla solo la seconda lingua, anzi a volte può essere traumatizzante in bambini più fragili. Ricordate sempre che ogni bambino è unico e speciale e ha i suoi tempi per raggiungere i suoi obbiettivi quello che è importante è che noi genitori non molliamo.
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