“If Imaginary Friends” è il titolo originale del film uscito in Italia come “IF GLI AMICI IMMAGINARI”
È un film realizzato in tecnica mista, in cui convivono attori in carne e ossa (live action) ed elementi animati (cartoni animati).
Riesce a fondere magistralmente l’elemento della fantasia con temi profondi e toccanti, offrendo un’esperienza cinematografica unica che si rivolge tanto ai bambini quanto agli adulti.
Questo film esplora il mondo dei legami invisibili tra bimbi e le loro creazioni mentali, indagando come queste figure immaginarie influenzino la crescita e lo sviluppo emotivo.
Trama
Bea, una dodicenne orfana di madre, si trasferisce nell’appartamento della nonna Margaret a New York mentre suo padre è in ospedale in attesa di un intervento al cuore.
Una notte Bea esce a comprare un caricabatterie per la vecchia videocamera di sua madre, ma sulla via del ritorno si imbatte in una strana creatura che l’ha seguita fin da casa di sua nonna e che si rifugia in un appartamento all’ultimo piano.
Il giorno successivo, Bea rivede la creatura accompagnata da un uomo di nome Cal.
Li segue fino ad una casa vicina dove scopre una grande creatura viola pelosa chiamata Blue, un’altra simile ad una farfalla cartoonesca chiamata Blossom, la stessa vista la sera precedente e infine una salamandra con armatura i-tech e un guanto tecnologico a forma di chela di granchio di nome Salamander.
Dopo essere svenuta a causa dello shock, Bea si risveglia nell’appartamento di Cal, lo stesso nel quale era entrata Blossom, dove le viene spiegato che lui lavora con gli amici immaginari, chiamati IF, per cercare di abbinarli a nuovi bambini poiché quelli originali sono cresciuti e li hanno dimenticati.
Bea si rende conto che per qualche motivo è in grado di vedere gli IF e, dopo un’iniziale riluttanza, decide di aiutare Cal nel suo compito.
Cal porta Bea alla Memory Lane Retirement Home, una sorta di pensione per IF situata sotto una giostra a Coney Island, dove sono presenti vari amici immaginari rimasti senza bambino, incluso un IF invisibile di nome Keith su cui Cal inciampa continuamente.
Qui Bea incontra Lewis, un anziano orso di peluche a capo della struttura che incita la ragazza a usare la sua immaginazione per riprogettare il luogo, riuscendoci e portando così una sferzata di allegria.
Recatasi in seguito in ospedale a trovare suo padre, Bea viene motivata da un ragazzino infortunato di nome Benjamin, che aveva già incontrato e con cui aveva stretto amicizia, a cercare un IF per lui, ma purtroppo nessuno dei possibili candidati riesce ad essere visto dal bambino, fallendo quindi il tentato ricollocamento.
Quella sera, dopo aver parlato con sua nonna, Bea riconosce Blossom in una foto di Margaret da giovane mentre si esibiva nella danza, capendo così che Blossom era proprio l’IF di sua nonna e decide quindi di provare a riunirle.
Facendole ascoltare un vecchio disco, Bea riesce a far ricordare Blossom a Margaret, la quale riprende a ballare come faceva una volta, infondendo così speranza in Bea che decide di provare a riunire gli IF con i loro bambini originali.
Bea, Cal e Blue riescono poi a rintracciare Jeremy, il bambino originale di Blue, ormai adulto.
Dopo un iniziale insuccesso, riescono a far riunire anche Jeremy con il suo IF, dando così fiducia all’uomo per una presentazione importante.
Tornata a casa, Bea scopre che l’operazione di suo padre ha avuto delle complicazioni, ma non ha il coraggio di andare in ospedale per paura di dover dire addio anche a lui proprio come ha fatto con sua madre.
Si reca perciò da Cal per chiedergli consiglio e l’uomo allora le dice di andare in ospedale non per dire addio al genitore, ma invece per raccontargli una storia.
Bea decide di seguire il consiglio dell’amico e racconta a suo padre convalescente la propria storia, dicendogli che dopo la morte di sua madre ha provato a crescere per cercare di non soffrire più, ma che in realtà lei è ancora una bambina e che ha bisogno di lui.
Grazie a ciò, suo padre finalmente riprende conoscenza, con grande gioia della ragazza.
Non vi spoilero il finale che è molto emozionante e a sorpresa.
Conclusione di If gli amici immaginari
La capacità di creare amici immaginari diventa una metafora potente per affrontare la solitudine, la crescita e le sfide dell’infanzia.
Gli IF rappresentano una forma di evasione, ma anche un modo per elaborare emozioni complesse.
Il regista Krasinski riesce a bilanciare momenti di commedia leggera con momenti di profonda riflessione, rendendo il film quasi più per gli adulti che per i bambini
Uno degli aspetti più interessanti è come il film riesca a trattare temi come la perdita, la resilienza e l’importanza delle connessioni umane attraverso una lente fantastica.
Questo approccio permette di esplorare argomenti pesanti in modo delicato e fantasioso, senza mai perdere di vista l’umanità dei personaggi.
Il film si rivolge sia a chi ama le storie di fantasia, sia a chi cerca un racconto più profondo sulle emozioni e le esperienze umane.
If gli amici immaginari è un’esperienza cinematografica che rimane con lo spettatore molto tempo dopo i titoli di coda, un promemoria poetico del potere dell’immaginazione e dell’importanza degli amici, reali o immaginari che siano.