Come affrontare le paure dei bambini fin da piccolissimi.

Prima o poi arriva il fatidico momento in cui i nostri piccoli cominciano a sperimentare l’emozione più temuta di tutte: la paura.

E credetemi, questo può avvenire anche prima di quanto pensiamo, prima ancora che comincino a parlare e quindi a potercelo comunicare in maniera semplice.

Nell’esperienza con la mia primogenita, ad esempio, è cominciato con l’irrigidirsi e il pianto per le luci che filtravano dalla tapparella, poi per gli ambienti bui ed infine la paura dei rumori sconosciuti (tipo quelli dei macchinari dei lavori in strada, per intenderci).

Ma quindi, come si può aiutare un bimbo piccolissimo ad imparare a gestire la sua paura?

1. Innanzitutto non minimizzandola rispondendo alla sua emozione con frasi simili a: “non serve avere paura”, perché quello che staremo comunicando è che quella sua emozione non è importante e va ignorata, anziché accolta, affrontata e gestita.

2. Stare accanto al bambino mostrando tranquillità e accoglienza. Bisogna che egli ci percepisca disponibili ad una dimostrazione di affetto in più, se richiesta. A sostenerlo, perché la nostra figura sarà una fonte di rassicurazione per lui in quel momento.

3. Come bisogna evitare il “non serve avere paura”, bisogna evitare anche frasi esageratamente rassicuranti come: “non ti preoccupare, se c’è mamma/papà non ti succederà mai nulla”. È vero, è quello che speriamo, ma questo potrebbe creare in lui false aspettative e ad offuscare la sua percezione sulla realtà in quanto posto che cela insidie e pericoli, elementi a cui prestare attenzione che possono creare veri e propri stati d’allarme, fondamentali per la sopravvivenza.

Proprio per questo motivo la paura (come il resto delle emozioni) è fondamentale per permettere al bambino di sviluppare la sua identità e la sua intelligenza emotiva a stretto contatto con il reale.

Se il bambino già parla, ad esempio, e riesce ad esporre anche piccole e semplici frasi potremmo:

• STARGLI ACCANTO SENZA FARLO SENTIRE GIUDICATO, MOSTRARE EMPATIA IN MODO RASSICURANTE;

• PARLARE CON LUI DELLA SUA EMOZIONE SOTTOLINEANDONE L’IMPORTANZA PER LA SUA CRESCITA;

Importante sarebbe utilizzare frasi come: “lo capisco che ti fa paura”, oppure: “riesci a spiegarmi perché ti fa paura?”, o ancora: “parlami di cosa ti preoccupa”.

Ricordate che quello che per noi sembra un granellino, per loro così piccini sembra gigante.

Se poi il vostro bambino è ancora molto piccolo, allora potreste adottare delle strategie più concrete.

Vi riporto l’esempio di come ho affrontato quelle della mia bambina.

Lei quando sentiva un rumore sconosciuto ci saltava letteralmente addosso piangendo in modo disperato.

Abbiamo provato a riprodurli a nostra volta a mo’ di gioco dopo che li sentivamo, ad esempio dalla finestra, dando un nome a quel rumore (ad esempio: “è un martello! Come fa il martello? Boom boom boom”).

Dopo un po’ di tempo la sua reazione è diventata più neutra e cerca dispiegare a sé stessa il rumore dicendosi a modo suo: “è un aereo/sedia/macchina/motore/elicottero”, in base a quelli che ha imparato.

Un giorno, l’abbiamo beccata anche a dirsi da sola :

“tranquilla, non è niente, macchina”

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