Ultima modifica 27 Gennaio 2016
Ci sono libri che si fanno leggere velocemente, scivolandoci addosso e altri che ci tengono sulle pagine più del solito per far arrivare più in profondità l’intensità delle emozioni che richiamano. Il libro di cui parlo oggi appartiene alla seconda categoria. Già dall’introduzione mi ha colpito per il vortice di sentimenti che smuove ed evoca.
“Profumi di lavanda, di bucato appena steso. Mi ricordi l’emozione di certe giornate di primavera, quando il cielo è così limpido che trattieni il fiato, perché un solo respiro potrebbe offuscarlo, svanendo improvvisamente per sempre. Mi sento fiera e orgogliosa, sono stata brava. Ho retto di fronte alle delusioni, alle difficoltà, al senso d’inadeguatezza e a quello di colpa, a quel misto di vergogna e consapevolezza che solo chi ha problemi d’infertilità conosce.”
Raffaella e suo marito desiderano un figlio e quando questo non arriva, iniziano un viaggio per andare verso di lui, con mente, cuore, corpo. Lei ha 38 anni quando intraprende il viaggio ed è in quel momento che scopre che il patrimonio ovarico di ogni donna comincia a decrescere dai 32-35 anni. Fra analisi e lavate di testa dai dottori che la rimproverano per non aver avuto prima il desiderio di un figlio (ma si può rimproverare una cosa del genere?), inizia con il marito il percorso della fecondazione assistita. Raffaella scopre il senso di vuoto, di inadeguatezza, il sentimento di vergogna e di fallimento che la fanno soffrire, fino a sentire l’esigenza di isolarsi dalla vita sociale per vivere interiormente il dolore, fino in fondo.
La Pma in Italia si può fare sia in centro pubblici che privati, ovviamente con tempi e costi diversi, ma qualunque sia la scelta, una volta intrapresa questa strada si è come sotto una pioggia di incertezze che chiedono molto, sia a livello emotivo che economico, e restituiscono lunghe attese.
Raffaella dice “E’ difficile, faticoso, occorre reinventarsi, cambiare rotta, perchè è cambiata la direzione degli eventi. Bisogna inventare altri progetti di vita, un altro futuro. Occorre urlare a squarciagola, toccare il fondo e riemergere dalle proprie macerie.”
Il tabù legato all’infertilità la ingigantisce, il segreto è complice della sofferenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di infertilità dopo 24 mesi di rapporti non protetti. Un primo passo verso il viaggio è parlarne, fare outing. E non importa chi dei due è infertile, il problema diventa di entrambi. La coppia si mette in gioco e si deve riorganizzare intorno all’idea della possibilità di un’assenza di figli. Ma Raffaella e suo marito con tenacia e determinazione non si sono fatti abbattere dalle speranze disattese, dalla maleducazione e il poco tatto di alcuni medici e dopo, aver attraversato lo smarrimento e il dolore, hanno saputo ritrovarsi, sia come coppia che come individui, finchè non hanno trovato il centro giusto dove è avvenuta la loro pma. Il primo tentativo non è andato a buon fine, ma il secondo si è rivelato quello giusto. Raffaella racconta in maniera avvolgente ed emozionante il momento delicato dell’impianto vero e proprio, ricordando che ci vuole tenacia, ma anche fortuna, perchè c’è una parte di eventi che sfuggono al nostro controllo e vanno nella direzione che vogliono. Se arriva l’insuccesso, bisogna capire che non è legato alla misura del nostro desiderio e quindi non dobbiamo colpevolizzarci, come spesso facciamo noi donne.
“Prima di te esisteva lo sguardo infinito di un solo uomo, poi sei arrivato tu, creatura speciale e, con te, tutte le prove che abbiamo dovuto affrontare per trovarti, i buchi, i fori nell’autostima, le crepe nell’anima e nel corpo difettoso.”
Raffaella ci fa riflettere con le sue parole sulla legge 40 del 2004 che, fino a poco tempo fa, impediva la diagnosi preimpianto, mentre adesso, fortunatamente, offre questa possibilità, ma continua a vietare la fecondazione eterologa, che prevede la donazione di ovuli o sperma da parte di soggetti esterni alla coppia. Questo significa che, in Italia, non è possibile ricorrere a questo tipo di fecondazione che è l’unico che permette di concepire dopo un cancro, dopo una menopausa precoce o dopo una malattia genetica. Probabilmente siamo rimasti impigliati in retaggi religiosi e culturali che sarebbe il tempo di aggiornare, perché, come dice Raffaella in questo libro, non importa come si arriva ad essere mamma e figlio, l’importante è l’amore che li legherà per sempre.
“Ci sono persone così incinte che nessun abito nasconde il loro stato, nonostante il loro utero sia vuoto, il loro cuore trabocca figli”.
“Lettera a un bambino che è nato” è una cascata di sentimenti verso il figlio: c’è il desiderio, l’attesa, l’immaginazione, la dolcezza, l’amore allo stato puro. Mi è impossibile non pensare a quando Daniele riceverà in dono queste pagine dalla mamma, a quando le leggerà e a cosa proverà, perché con questo libro siamo dentro ad una storia vera. E’ il racconto, in forma di diario, e direttamente rivolto al figlio che Raffaella desidera, con pancia e cuore.
E’ una dichiarazione d’amore, bagnata nel fiume della poesia, che ogni mamma dovrebbe leggere per apprezzare fino in fondo il valore dei nostri figli:
“Hai lo sguardo che punge, di quelli capaci di passarti da parte a parte, come un proiettile, disarmandoti…..Potrei giurare di aver visto il tuo sguardo millenario, lo sguardo di chi ha visto già tutto. Di chi sta al mondo mille anni. Da prima che tu nascessi, da prima che nascessi io. Uno sguardo profondo, quasi stanco. Che racchiude misteri, che racchiude il segreto della vita, dei nostri reciproci viaggi l’uno verso l’altra. E l’amore non è più stato contenibile. Solo dirompente”.
Titolo: Lettera a un bambino che è nato. Storia di una procreazione medicalmente assistita
Autore: Raffaella Clementi
Editore: Imprimatur editore
Data di pubblicazione: 2013
Pagine: 144
Prezzo: 13 €
Voto: 4 stelle su 5
Mai recensione è stata più bella.
Grazie.
Raffaella
Wow, grazie Raffaella, l’ho sentito davvero vicino il tuo libro, così emozionante che mi ha fatto piangere e sperare. Credo che sarà il regalo più bello che tuo figlio riceverà, oltre alla vita che gli avete dato.
Mi accodo agli altri commenti. Un post davvero molto emozionante e toccante per un libro che merita di essere letto. Prendo nota.
Grazie Stefania, sei sempre così partecipe e gentile. Questo merita davvero più degli altri, perchè è una storia vera che arriva dritta al cuore fin dalle prime pagine.