Ultima modifica 15 Marzo 2013
In questo furioso gioco al massacro in cui gli Italiani si sono scoperti sia Vaticanisti sia fini Teologi con la nomina del nuovo Papa, rimane indubbio che la tentazione di dire la mia anche su questa faccenda e’ troppo forte.
I social networks sono pieni di post (tantissimi) di speranza e pochissimi dei soliti che gettano letame, a prescindere, contro ogni cosa e contro chiunque.
Ma l’emozione dell’attesa e del risultato dell’ elezione del nuovo Papa e’ stata palpabile durante i giorni del Conclave, ove si e’ letto di tutto e di piu’ e con il risultato di avere la granitica certezza che i Vaticanisti sono come i nostri meterologi, non ne azzeccano una. Ma dare un etichetta politica di destra, di sinistra, progressista, reazionario conservatore ad un Papa, mi sembra fuori dal mondo, atteso che la popolazione italiana rimase scioccata quando fu eletto Wojtyla, un Cardinale Polacco pensando tra sé e sé : e che vuole questo dalla Polonia?
Sappiamo tutti com’ e’ andata a finire e ancora oggi, noi cattolici, ci sentiamo orfani di tanta saggezza e del Suo sorriso sornione. L’avvento di un Papa di un altro continente, quello sudamericano, la scelta del nome e quant’altro, fa capire che la Chiesa, a mezzo dei suoi Cardinali, ha sempre il potere di rinnovarsi e rialzarsi davanti alle avversita’, tanto da far presagire che i Cardinali stessi non siano quasi tutti 80enni, ma ragazzi che hanno voglia di giocare e cambiare il mondo. Il rinnovamento ecumenico della Chiesa nasce con il gesto piu’ rivoluzionario del Papa piu’ conservatore, a dimostrazione che i conservatori, quando decidono di porre in essere atti clamorosi, diventano veri reazionari.
Il solco dell’aratro e’ stato tracciato da Ratzinger che, stanco, ha lasciato il posto a questo Papa, argentino di nascita, ma cittadino del mondo e che ha un rapporto speciale con quel mondo a cui noi aspiriamo con fede e speranza. L’essere uomo di Chiesa, di questi tempi, e’ come essere massoni sotto la dittatura fascista, cioe’ perseguitati solo per avere delle idee che non collimano con altre. L’insulto al Papa diventa una liturgia ove la bestemmia diventa la consacrazione dell’ostia.
La mente di gente piccola e’ fuorviata dagli aspetti formali della Chiesa stessa, ove invece l’ultimo e’ sempre in cima ai pensieri di chi è preposto a vigilare sulle sofferenze altrui, cercando di alleviarle, ma non sostituendosi allo Stato come invece si pretende. Ma l’Italiano non deve dimenticare, se vuole un Stato laico, ma veramente laico (nutrendo seri dubbi alla luce di quella che e’ stata l’aspettativa di questi giorni) e non vuole quindi ingerenze da parte della Chiesa, che prima o poi ci si rivolge alla stessa per ottenere la Carita’, dato che il Papa si comporta anche da papa’, vigilando, consigliando e attendendo.
Proprio come un padre premuroso.
La nomina di un nuovo Papa suscita sempre entusiasmo, soprattutto dopo che c’e’ stato Papa Ratzinger, che oltre avere il discreto difetto di essere tradizionalista, ne aveva uno , ben ancora piu’ grave per alcuni Italiani.
Era tedesco.
La lungimiranza di nominare un nuovo Messia in terra di sangue neolatino e di un continente non ricchissimo, fa capire che anche la Chiesa e’ sulla via di Damasco, recuperando, in primis verso se stessa, quella evangelizzazione quotidiana persa dietro l’Italico gusto dell’apparire e del denaro. Perche,’ solo tornando alle origini di una Chiesa sintetizzata nel nome di S.Francesco, ritrovera’ la forza, il coraggio e la decisione di riavvicinare alla Fede, alla Speranza e alla Carita’ anche chi vive il quotidiano all’insegna di un oscurantismo quasi luterano, smettendo di vedere la Chiesa come la nuova Sodoma e Gomorra.
Probabilmente non sono titolato per parlarne, soprattutto perché ateo.
Ma davvero c’è qualcuno che pensa che questo possa essere un Papa rivoluzionario? Non ne vedo nessuna premessa.
Non parliamo poi della laicità dello stato, basta dire che è stato suonato l’inno nazionale italiano alla notizia della nuova elezione…
Io nutro una grande speranza, che mantenga ciò che ha promesso riguardo alla lotta alla pedofilia, sarebbe già un’enorme vittoria.
Naturalmente sarò felicissimo di sbagliarmi riguardo al resto.
Mi piacciono particolarmente alcuni passaggi di ciò che scrive Filippo perché racchiudono anche il mio pensiero.
Ci si augura che questa scelta non sia stata dettata da un disegno politico dei Cardinali, bensì dalla consapevolezza che occorreva recuperare i valori su cui si fonda il Cristianesimo.