Ultima modifica 4 Gennaio 2020
I saldi sono iniziati in tutte le regioni italiane.
Non so quante mamme siano come me, ma io parto con il felice proposito di dare fondo a tutti i miei sudati risparmi per acquistare qualcosa che mi piaccia sul serio, e poi…
Occhio che non ho detto “qualcosa che mi serve”, ma che mi piaccia, il che è un concetto assolutamente diverso.
Un vestito iperfemminile, tanto per dirne una, oppure la tanto agognata borsa di pelle umana, griffata e costosa. Sfizi che mi spetterebbero di diritto, anche se sono “solo” una mamma. Uso il condizionale perché gli acquisti li faccio, eccome. Peccato che la linea completa dell’abbigliamento degli Avengers non rientri esattamente nella top ten delle mie preferenze modaiole, ma visto che è praticamente regalata…
Comunque passo indietro. E poi…
…poi, finisco sempre
in un negozio per bambini!!
Carta di credito alla mano e abbigliamento comodo, mollo il figlio al padre, o alla prima baby sitter di buona volontà pronta per prendere d’assalto i principali centri commerciali della mia zona. So già che verrò momentaneamente rapita dalla visione di un paio di stivaletti verde sottobosco quando il mio cervello non potrà fare a meno di registrare l’insegna luminosa di un negozio per mocciosi.
“Beh, povero piccolo effettivamente anche a lui servirebbe qualcosina!” pigola l’emisfero mammesco dell’encefalo, mentre quello assetato di scarpe con il tacco e completini intimi di pizzo prende a singhiozzare: “Oddio, no! Ci ricaschi, dannata polla! Guarda che ci ricaschi!” E infatti ci ricasco, sempre.
Perché mio figlio, viva Dio, continua a crescere.
Non posso ostinarmi ad infilargli i pantaloni di 6 mesi fa.
E allora mollo con un sospiro gli stivaletti/la miracolosa crema antirughe/il siero anticellulite e cedo al suadente canto delle sirene. “Darò solo un’occhiata”mi dico.
Già, solo un’occhiata…
Esco dopo minimo due ore di caccia al tesoro fra gli stand bambineschi.
In fila alla cassa mi ricordo che ho tre amiche incinte, e che una sta per battezzare il suo piccolo. Il primogenito di quest’ultima festeggerà a breve il suo secondo compleanno, alla faccia della crescita zero. Faccio dietrofront e parte una scazzottata per accaparrarmi l’ultimo vestitino in puro cachemire che fino al giorno prima costava 80,00 Euro e oggi te porti a casa con 9,99 Euro, Iva e stampella inclusa.
Esco dal negozio per mocciosi stanca, con un occhio pesto, un’unghia spezzata ma (relativamente) felice.
La roba da bambini, soprattutto quella di marca, costa come un solitario di Cartier.
Poterla acquistare con il 60% di sconto mi fa respirare l’anima…
Peccato che dopo aver strisciato la carta posso magari permettermi l’ennesima (inutile) crema prodigiosa che dovrebbe riportare le mie tette all’antico splendore, ma la borsa in pelle umana devo sicuramente ricollocarla sulla mensola dei sogni proibiti e aspettare i prossimi saldi.
Anche voi come la sottoscritta?
E allora, care colleghe, uniamoci!
Il piano è questo: si esce in branco. Compatte, unite e determinate. Guai ad uscire da sole. Da sole no. Da sole siamo troppo vulnerabili…Ci si porta dietro per sicurezza un paio di amiche single e moderatamente incazzose, quelle che non si fanno fregare dall’irresistibile offerta delle scarpine luminose di Barbie a metà prezzo. Le piazziamo in avanscoperta e anche in coda al gruppo, per evitare che qualcuna di noi si infili a tradimento in negozi tipo “I figli so’ piezz’e core ”.
PS: Qualche consiglio serio sui saldi?
I soliti, ma ribadirli non guasta: diffidare dagli sconti che superano il 60%, non comprare capi di abbigliamento che non si possono provare e soprattutto verificare i prezzi dei capi prima dell’inizio dei saldi, per valutare se le riduzioni applicate dai negozianti siano effettivamente giuste.