Ultima modifica 4 Maggio 2018

Mi chiamo Marilù e vivo in un paesino dell’entroterra ligure. Ho 35 anni e vivo con il mio compagno da oltre dieci anni, è il mio uomo da sempre, da quando insieme giocavamo a pallone in cortile, lui settenne e io cinquenne. Lo so, sono una matta, alcuni di voi potrebbero dirmi che non mi sono goduta la vita, che non ho fatto esperienze, ma di fatto io non ne ho sentito il bisogno, ho vissuto con lui tutte le mie prime volte ed è stato bellissimo.

infertilità

Sono passati molti anni, abbiamo litigato, ci siamo anche separati per qualche mese, ma poi siamo sempre ritornati insieme più vicini ed uniti che mai.

Io faccio la commessa in un negozio di abbigliamento, lui lavora in un bar. Siamo una coppia felice, anche se vorremmo tanto essere genitori. Ma non c’è nulla da fare. Siamo giovani e sani quindi abbiamo provato fino a poco tempo fa ad avere il nostro figlio naturalmente convinti che fosse solo questione di tempo.

Qualche mese fa abbiamo deciso di fare le analisi di rito e capire se per caso uno di noi due avesse un problema di infertilità. Ed ecco il risultato: Antonio, il mio compagno ha una lieve astenoterazoospermia. Pochi spermatozooi lenti che muoiono dopo due ore, e molti con forme atipiche.

Abbiamo quindi iniziato a consultare ginecologi, urologi, andrologi, endocrinologi ma la soluzione non arrivava. Antonio era stressatissimo e questo non aiutava; avrei tanto voluto che smettesse di fumare, ma figuriamoci, era talmente nervoso per questa cosa che se possibile fumava ancora di più. Chiedergli di smettere sarebbe stato come dargli una martellata sulla testa.

Sono stati mesi difficili, questa cosa ci ha molto allontanato.

Poi il giorno del suo compleanno, complice qualche bicchiere di troppo, Antonio ha avuto il coraggio di dire a tutta la famiglia che avevamo questo problema, che non riuscivamo ad avere un figlio. Insomma: ha confessato apertamente che viveva la situazione come una vergogna, era incapace di fare un qualcosa di naturale come mettere in cantiere un figlio, e perciò non si sentiva “uomo”. E’ stata come una liberazione, non so spiegarvi bene cosa è successo, ma da quel giorno ci siamo riavvicinati moltissimo.

Sono passati solo 5 giorni, è vero, ma intanto Antonio ha smesso di fumare, ha iniziato a prendere le vitamine rinforzanti che ci ha prescritto il professore ed è pronto ad affrontare insieme a me questa difficile situazione.

A breve abbiamo nuovamente appuntamento dal professore per capire se c’è stato un passo avanti. Io sono fiduciosa e convinta che se ci impegniamo, insieme ce la possiamo fare.

Tornerò a raccontarvi come è andata…

Marilu’ Freddi

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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