Ultima modifica 28 Giugno 2019
Con un’ordinanza firmata il 2 aprile, il Ministero della Salute ha messo almeno un punto fermo nella questione delle sigarette elettroniche: il divieto di vendita di quelle contenenti nicotina è stato infatti innalzato da 16 a 18 anni, lo stesso limite in vigore per i prodotti del tabacco.
Nei luoghi chiusi, invece, persiste una situazione da far west, con direttori di strutture pubbliche e private costretti a regolamentare da soli una situazione altrimenti anarchica. Le sigarette elettroniche, infatti, mentre in un primo momento sembravano una brillante alternativa alle sigarette tradizionali, utili magari per smettere di fumare, stanno diventando un problema, visto che a farne uso sono sempre più gli adolescenti.
Adolescenti a cui magari, prima, il fumo non era mai interessato perché puzzolente o fuori moda, mentre la sigaretta elettronica è di moda e non rilascia cattivi odori che impregnano i vestiti, e non lascia in giro cenere né mozziconi. Ve le ricordate le domeniche pomeriggio in discoteca negli anni ’90? Si usciva che si puzzava come ciminiere, anche se non si fumava. E per un non fumatore era orribile.
Però questo non significa che la e-cigarette sia innocua.
Gli aromi delle sigarette elettroniche sembrano fatti apposta per essere accattivanti anche per un pubblico giovane: si trovano vaniglia, gomma da masticare, brandy, liquirizia, caramello, cappuccino, whisky, champagne, caffè, cioccolato, sigaro, tabacco, frutta (ciliegia, mirtillo, fragola, mela, cocco, arancia, banana), vitamine, valeriana, ginseng e così via.
Ma «sulla sicurezza dell’assunzione per via inalatoria di molte di queste sostanze non abbiamo alcun dato», avverte Roberta Pacifici, dell’Istituto Superiore di Sanità.
Eppure solo il 14% degli italiani ritiene infatti che le nuove sigarette abbiano rischi per la salute, e il 47% pensa che siano totalmente innocue. Nel parere dell’Istituto Superiore di Sanità è scritto: «Le sigarette elettroniche sollevano preoccupazioni per la salute pubblica e per il fatto che potrebbero rappresentare un rischio di iniziazione a sigarette convenzionali, sostituire le sigarette nei luoghi dove è vietato il fumo o rimpiazzare trattamenti efficaci per la cessazione del fumo».
Su questo punto, pur non essendo un medico, non sono molto d’accordo: è un po’ come il caro vecchio “se ti fumi le canne diventerai un eroinomane”. Non è detto. Uno studio presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia ha verificato che gli effetti immediati delle e-cig sul sistema cardiovascolare (alterazione del battito e innalzamento della pressione) sono molto lievi se paragonati a quelli del fumo di tabacco. Le sigarette tradizionali, inoltre, contengono almeno 400 sostanze cancerogene.
«In Italia ci sono 11 milioni di fumatori, e le malattie legate al tabacco provocano 80.000 morti all’anno» riprende Roberta Pacifici. «Per questo, qualsiasi strumento che anche solo potenzialmente può contrastare il fenomeno merita attenzione». Il problema legato ai giovani consumatori, invece, va tenuto sotto controllo. Ok, è stata vietata la vendita ai minorenni, ma su internet la vendita è libera.
Che fare, dunque? Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi, osservando un sempre maggior numero di negozi che vendono e-cig e accessori vari nei quartieri di ogni città.
Una moda molto redditizia.