Ultima modifica 17 Luglio 2019
I bambini sono sicuramente una risorsa, un potenziale d’inestimabile felicità: il più bel sconvolgimento che possa avvenire nella vita.
A pensarlo ritengo che siano all’unanimità tutti o quasi i genitori, a prescindere dal genere di appartenenza, dalla nazionalità, dalla classe sociale e dalla religione.
Tuttavia un figlio non è solo felicità e piacere, come spesso siamo indotti a credere. Implica anche fatica, impegno, responsabilità, difficoltà e talvolta pure rabbia.
Eh si… Anche le “brave” mamme si arrabbiano!
E quando parlo di rabbia, non faccio riferimento tanto e solo ai figli adolescenti, pronti a mettere in discussione ciò che i genitori dicono e fanno in una sfida generazionale e tesa all’auto-affermazione.
Mi riferisco anche ai figli piccoli. A quei pargoli tanto teneri e dolci che talvolta sono capaci di esercitare in noi reazioni di nervosismo e irritazione che spesso finiscono per spaventarci.
Mi devo preoccupare se e quando mi arrabbio?
Arrabbiarsi per e con i nostri figli, è normale e naturale.
Sono tante le mamme che vivono male la propria rabbia nei confronti dei figli, perché pensano che sia sbagliata, per cui si sentono in colpa e/o inadeguate.
Il problema è che la nostra cultura socio-culturale ci induce a pensare che una madre per essere brava debba essere sempre e comunque buona.
Abbiamo l’idea utopistica che non debba mai manifestare segni di rabbia, irritazione o nervosismo.
In realtà ciò non è possibile, anzi, vi svelo un segreto
tutte le mamme si arrabbiano.
Lasciando da parte situazioni limite come quelle veicolate dai media, arrabbiarsi non significa fare del male al bambino.
La rabbia è una reazione emotiva naturale dinanzi ad un disagio.
Tuttavia ciò che è importante, è il modo in cui reagiamo alla rabbia.
Non sono il nervosismo e l’irritazione ad essere negativi se contenuti e gestiti oltre che episodici, quanto piuttosto la reazione aggressiva alla rabbia e la frequenza e l’intensità con cui queste reazioni emotive si manifestano.
Perché ci arrabbiamo?
I motivi possono essere esterni e/o interni.
Per fattori esterni, mi riferisco a situazioni che facilitano reazioni di irritazione: carenza di sonno (il bambino che si sveglia e chiama ripetutamente durante la notte), la richiesta eccessiva di attenzioni, difficoltà a mangiare, i “no” del bambino, la sfida alle regole, le bizze etc…
A questi aggiungiamo anche fattori esterni al bambino, come stress quotidiani e difficoltà legate ad altro (conciliazione famiglia-lavoro, rapporto di coppia, lavoro, casa, mancanza di spazi personali), che possono renderci più irritabili e vulnerabili.
Infine oltre ai fattori esterni, ci siamo noi che possiamo essere in certi momenti più vulnerabili, meno tollerabili e più facilmente “infiammabili” rispetto al solito.
La prossima volta vediamo insieme come poter gestire la rabbia con i nostri figli, al fine di viverla serenamente e di riuscire a gestirla in modo costruttivo