Ultima modifica 7 Maggio 2021
Questo breve articolo vuole aiutare un genitore che ha un bambino che inizia a frequentare la scuola primaria a capire se ci sono dei campanelli di allarme oppure se le difficoltà che talvolta si possono incontrare, rientrano in un percorso naturale di apprendimento.
Oggi più che mai si sente parlare di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) anche se c’è ancora poca chiarezza sull’argomento.
Molto spesso incontro a scuola genitori di miei alunni preoccupati del fatto che il loro figlio non abbia ancora imparato a leggere o abbia difficoltà nella lettura e nella scrittura.
E’ difficile fare una diagnosi certa, specie se il bambino frequenta ancora la prima elementare. Così come ogni difficoltà di lettura o scrittura non può essere per forza classificata come DSA.
Si parla quasi sempre solo di dislessia, ma essa è solo uno dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
I principali DSA sono: DISLESSIA, DISCALCULIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA.
La dislessia è la difficoltà a leggere, la disgrafia la difficoltà a riprodurre correttamente i segni alfabetici e numerici. La disortografia è la difficoltà a scrivere correttamente e a commettere sempre gli stessi errori (es. la confusione fra lettere che hanno un suono simile (la f e la v, la s e la z) oppure che hanno stessa modalità di scrittura ma diverso orientamento (la p e la q). La discalculia è la difficoltà nell’apprendimento del calcolo e nella difficoltà di riconoscimento dei segni numerici.
Essi non sono deficit fisici, presuppongono un’intelligenza normale e non sono legati a problemi ambientali, fisiologici o psicologici. Niente esclude che alcuni di questi possano associarsi ai DSA, ma non ne sono sicuramente la causa.
Questo punto è importante da far comprendere ai genitori che talvolta si sentono quasi in “colpa” di aver fatto “questo” piuttosto che “quest’altro” o pensano che alcuni tipi di loro problemi, ad esempio, in famiglia, abbiano portato il loro figlio ad essere dislessico.
Parliamo di dislessia.
La causa della dislessia è biologica e cioè dipende da una disfunzione nel funzionamento di alcune cellule del cervello deputate al riconoscimento delle lettere.
Il bambino dislessico commette in maniera sistematica e per lungo tempo sempre gli stessi errori (e non sporadicamente), ecco perché una diagnosi certa può essere fatta a partire dalla seconda classe e quasi mai dalla prima (solo quando alcune difficoltà sono state rilevate già dalla scuola dell’infanzia).
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l’inversione di lettere e di numeri (es. 21 – 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d).
A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno.
Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni;lettura dell’orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa.
In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione.
Spesso il bambino finisce con l’avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono conseguenze e non le cause dei DSA.
Un dislessico, inoltre
• Può leggere un brano correttamente ma non cogliere il significato cioè non capire cosa sta leggendo
• Può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di simboli da interpretare
• Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere
• Può scrivere una parola due volte o non scriverla
• Può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici, non di uso comune
• Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze…) quando questo è veicolato dalla lettura e trova invece giovamento dall’ascolto (es. registratori, adulto che legge, libri digitali)
• Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente
• Non riesce a copiare dalla lavagna
• Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il punto
Cosa può fare il genitore?
E un insegnante?
Innanzitutto sono necessari atteggiamenti positivi e di incoraggiamento nei confronti del bambino, bisogna cercare di capire cosa sta succedendo ed evitare atteggiamenti di colpevolizzazione (non studia, non si impegna…) o trovare come cause le difficoltà psicologiche ed emotive che magari vive nella famiglia.
Quando poi si sospetta piuttosto concretamente che si è di fronte ad un bambino dislessico, è importante che venga fatta al più presto una valutazione diagnostica.
La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti che somministrano specifici test ed essa permette di capire cosa sta succedendo. Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell’invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva.
Ottenuta la diagnosi, la scuola mette in atto degli aiuti specifici, degli strumenti dispensativi e compensativi contenuti nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l’uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato.
I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano!
Nel prossimo articolo parleremo nello specifico di cosa la scuola e l’insegnante può fare praticamente e nelle varie discipline per aiutare il bambino dislessico nell’apprendimento
[…] che l’apprendimento acritico di nozioni. Sono molti poi, purtroppo gli alunni affetti da disturbi specifici di apprendimento per i quali la lentezza nel portare a termine i compiti, il non dipingere e il non colorare o il […]
Mia figlia di 7 anni rischia la bocciatura,gli hanno diagnosticato in questi giorni la disgrafia e la disortografia, la vogliono lo stesso bocciare,sono infuriata!