La fine di un anno scolastico è un momento di bilanci. Mi era venuto in mente di parlare delle verifiche…ma ho cambiato idea perché in questi giorni i nostri bambini hanno portato a termine il nostro bellissimo progetto di lettura-teatro.
Potrei raccontare quanto i bambini sono stati seri, impegnati e divertiti in questa avventura…potrei dire quanto hanno lavorato e il senso di responsabilità che ha ispirato loro questo lavoro di gruppo esposto a tutti.
Potrei dire tante belle cose, ma oggi voglio parlare a cuore aperto a tutti i genitori dei progetti in generale…di quei “progetti” seguiti da “esperti” che si pensa, a volte, siano solo una gran perdita di tempo, per di più a pagamento.
Inizio col dire che la parola “progetto” non coincide con “prodotto”, ma con “percorso” che può essere di breve o di lunga durata.
La parola “progetto” ha in sé l’idea del passaggio attraverso diversi step per costruire qualcosa.
Ecco, forse proprio questo punto non è chiaro: il progetto fatto a scuola non deve dar vita ad un libro degno della Feltrinelli o della Mondadori…non può creare le ceramiche di Deruta (Pg)…non mette in scena la Medea di Euripide, né Jesus Christ Superstar. E se c’è un cartellone ci sono i disegni di tutti…Picasso e Einstein….non deve essere bello…deve essere emozionante. (e con i bambini, come può non esserlo?)
Il progetto è imparare a fare o essere insieme agli altri, in un modo diverso da quello del curricolo scolastico.
Ed è uno strumento infallibile per perseguire l’inclusione scolastica in quanto tutti i bambini, anche quelli con difficoltà in lingua o matematica giocano “ad armi pari” (o forse più) con i loro compagni.
So bene che la maggior parte dei genitori lo sanno, ma ce ne sono alcuni che non la pensano esattamente così. E c’è anche in giro l’idea che gli/le insegnanti, mentre c’è l’esperto in classe, vadano a prendersi il caffè.
Ecco, su questo punto mi sento di dare una delucidazione certa: neanche l’esperto di un progetto di origami può rimanere da solo con la classe perché sarebbe illegale. Gli insegnanti hanno il dovere di vigilare sempre i loro bambini e non possono lasciarli con una persona estranea alla scuola. Sono chiamati inoltre a partecipare o comunque a gestire i bambini che, come sappiamo, non sono né mummie né statue. Sono ore laboriose…molto laboriose.
Per tornare invece allo scopo dei progetti, non sono certo qui a far cambiare idea a chi non ci crede, però posso testimoniare quello che accade quando ci si sobbarca un progetto coordinato da un esperto.
A settembre arrivano una serie di offerte da parte di cooperative, aziende, enti che vanno vagliate in funzione degli argomenti che l’insegnante intende trattare o degli obiettivi che vuole raggiungere. Si preferiscono quelli gratuiti, ovviamente, ma se c’è qualche iniziativa valida a pagamento non troppo costosa, si prende in considerazione. Prima di contattare il promotore del progetto si informano i genitori e si attende l’ok del dirigente, dopo di che si sceglie il periodo più idoneo per svilupparlo. Intendo dire che non si fa proprio un tiro anarchico a freccette per scegliere.
Quando si contatta l’esperto, si cerca di inserire gli interventi nelle ore più adeguate all’attività, cercando di lasciare libere le prime ore per proseguire le attività curricolari.
I bambini…ah, già, ci sono anche loro! Gli “alcuni genitori” di cui parlavo devono sapere che tutti i bambini danno e fanno del loro meglio anche in queste attività perché a scuola tutti devono…ma se il genitore non valorizza adeguatamente anche questo lavoro come il nove alla verifica , il figlio parteciperà sapendo di non avere il giusto riconoscimento per la sua fatica….un po’ triste sì.
Il genitore che si aspetta la “Medea” dopo tanto lavoro e tante prove e tante ore “perse”, certamente rimarrà con l’amaro in bocca. Mi dispiace…per il bambino.
Io invece mi commuovo regolarmente ogni volta che i bambini recitano o cantano perché vedo e sento la fatica e l’impegno che mettono nel memorizzare parole, movimenti, musiche e canzoni. Per me è sempre un percorso emozionante che ha una finale lieto ogni volta.
Mi dispiace per chi non si emoziona…perde una ottima occasione di allargare il cuore.