Ultima modifica 29 Settembre 2016


Succede. Succede che una giovane donna, incinta, muoia per un errore medico. Un errore sciocco, evitabile, fatale. E non succede in un ospedale sgangherato di una città dimenticata da Dio, alla fine della terra in mezzo al deserto o in cima alle Ande, sotto il fuoco nemico.

No. Niente di tutto questo. Succede nel Regno Unito, a Londra.

 Maria De Jesus, 32 anni, già madre di Pedro 16 anni e incinta del secondo figlio alla trentaduesima settimana, entra in ospedale per un attacco di appendicite per morire lì, pochi giorni dopo.

La donna avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico all’appendice ma i medici hanno scambiato la sua ovaia per l’appendice, asportandola al suo posto. Uno scambio d’organi, insomma.

Date le condizioni della donna, quella che doveva essere una semplice operazione, è stata più complicata. Un tantino più complicata.
Maria è stata dimessa dalla clinica una settimana dopo l’intervento, circa. Una volta a casa ha cominciato ad accusare forti dolori allo stomaco e un malessere generale e tornando in ospedale i medici si sono accorti dell’errore. Così hanno proceduto con un aborto per tentare di salvarle almeno la vita, sacrificando quella del piccolo. Ma ormai era tardi per lei. Una violenta setticemia ha invaso il suo ventre già martoriato. E’ morta dopo pochi giorni.

L’ospedale ha aperto un’inchiesta ma già sembra sia stato trovato un capro espiatorio. Probabilmente a causare il fatale errore sarebbero stati dei tirocinanti che hanno confuso gli organi durante l’intervento.
“Hanno confuso gli organi”, banalmente, semplicemente. Come si potrebbe confondere il sale al posto dello zucchero nel caffè, o l’abbinamento di una scarpa nera e una grigia, una capitale con un’altra, un nome. Un lapsus insomma, un errore non intenzionale, una sorta di vuoto di memoria.

Capita, succede. D’altronde, non vi è mai successo di provare la sensazione di “avere una parola sulla punta della lingua” e cercando di ricordarla non riuscire a trovarla? Non vi è mai successo, giocando all’allegro chirurgo che il naso del paziente suonasse lampeggiando e segnalando il fallimento dell’operazione a causa di un errore causato dalle pinzette metalliche?

Certe cose dovrebbero succedere solo nella finzione, nel gioco. Anzi, certi errori non sono ammissibili neanche intono al tavolo operatorio dell’allegro chirurgo.
Mi chiedo, se sia vero che dei tirocinanti abbiano potuto confondere un organo per un altro in una donna incinta di quasi otto mesi. Mi domando se questi erano da soli intorno al tavolo operatorio o se invece, l’intervento non fosse guidato da una mano più esperta. Mi domando cosa ci sia dietro questa ingiustizia e perché un figlio pianga sua madre senza un perché.

A volte succede che certe cose un senso non ce l’hanno e rimane sulla punta delle labbra un senso di angoscia e pietà.

Raffaella Clementi

 

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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