Ultima modifica 24 Giugno 2013
I giudici della quarta sezione del tribunale di Milano, presieduti da Giulia Turri, si sono riuniti oggi in camera di consiglio per decidere sul processo Ruby in cui è imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile.
L’accusa ha chiesto una condanna a sei anni, cinque per concussione e uno per prostituzione minorile.
E, dopo sette ore di camera di consiglio, i giudici hanno deciso (con un verdetto di primo grado dopo 26 mesi e poco più di 50 udienze): sette anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
I reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione minorile.
Rischiano il processo per falsa testimonianza il deputato e viceministro agli Esteri Bruno Archi, l’europarlamentare Ronzulli, la parlamentare Maria Rosaria Rossi, Mariano Apicella e la funzionaria della questura di Milano, Giorgia Iafrate.
L’avvocato Niccolò Ghedini, annuncia: “Faremo appello”. E aggiunge: “La sentenza non mi sorprende affatto. Sono due anni e mezzo che diciamo che qui questo processo non si poteva fare. E’ una sentenza larghissimamente attesa, faremo appello, ricorso in Cassazione. E’ una sentenza che è completamente al di fuori della realtà, fuori da ogni logica, l’accusa di costrizione è allucinante. Un fatto estremamente grave: il tribunale non ha tenuto conto della realtà processuale”.
La sentenza è stata accolta con applausi e grida di esultanza da un piccolo gruppo, composto da qualche decina di manifestanti, radunato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, che ha intonato l’Inno italiano e “Bella Ciao”.