Ultima modifica 10 Novembre 2015
La virilità è un concetto nato nell’Ottocento piuttosto ampio e complesso che ha avuto una profonda trasformazione nel corso della storia. È importante puntualizzare che non si parla di biologia, ma si parla di cultura: cosa fa di un uomo un vero uomo?
In realtà una componente biologica c’è: l’uomo deve dimostrare di essere in grado di provvedere alla famiglia e contemporaneamente dimostrare agli altri maschi di avere un ruolo all’interno della società.
Inizialmente ho puntualizzato che si parla di cultura perché questo tipo di manifestazione non è rimasta fissa ma è evoluta insieme alle condizioni di vita e del pensiero.
All’epoca dei greci ogni adolescente veniva affidato ad un maestro che lo istruiva in matematica e filosofia, intrattenendo con lui una relazione omosessuale nel quale il ragazzo era la componente passiva. Al suo rientro era considerato pronto a sposarsi e un vero uomo…una sorta di iniziazione. Può sembrare a noi paradossale sapere che, dopo la crescita della barba, i rapporti omosessuale tra uomini adulti erano disapprovati.
Nel periodo romano invece era direttamente connessa alle prestazioni sessuali, non eri considerato uomo fino al primo rapporto sessuale, se non curavi il tuo aspetto e se non eri capace di sacrificarti per la patria. Era virile un uomo che sapeva sedurre un ragazzo (mai adulti) senza mai essere passivo e fare l’amore con le donne. I rapporti con adolescenti maschi o femmine erano considerati normali.
I popoli del Nord Europa, detti anche Barbari, erano fedeli alla propria moglie e davano grandissimo valore alla verginità. La forza in battaglia era fondamentale e, riguardol’omosessualità, erano piuttosto indifferenti. Di fatto, la virilità era slegata dalla sessualità, infatti sono state molte le donne barbare a condurre i loro popoli, aprendo così il potere alle donne.
Nell’ottavo secolo essere virili significava essere intellettuali e s’incominciò a dare più rilevanza all’abilità piuttosto che alla forza fisica.
Fino al ‘700 il vero uomo era aristocratico ma con la diffusione degli eserciti che nacquero in tutta Europa, riportò la figura del coraggioso soldato che si sacrifica per la propria patria.
Nel periodo illuminista portò l’uomo ad approcciarsi alla vita privata senza coinvolgimenti emotivi. Queste idee davano però dignità alle mogli. Fu in questo periodo che le donne incominciarono a rivolgersi ai tribunali per stupri o violenze coniugali.
Un secolo dopo l’uomo e la donna incominciarono a far parte due facce della stessa medaglia. È in questo periodo che si forma il concetto di virilità come contrario di femminilità: si sviluppò il concetto che le differenze anatomiche e fisiologiche tra uomo e donna governavano tutte le componenti dell’essere umano, dove l’uomo era portato in particolare alla dominazione e di conseguenza i ragazzi veniva educati alla forza e all’indurimento del carattere.
Questo modello di virilità venne portato avanti fino al secolo scorso. Ha iniziato a barcollare dopo la prima guerra mondiale perché poteva portare all’autodistruzione.
Il tramonto è avvenuto con la seconda guerra mondiale, affermando il modello democratico, portando alla parità all’interno della coppia e facendo crollare l’immagine dell’uomo virile perché dominatore.
Naturalmente l’evoluzione vera la stiamo vivendo ed è sotto i nostri occhi.
Stiamo vivendo in un momento di transizione piuttosto difficile, probabilmente perché il cambiamento è avvenuto in maniera repentina. Quello che accade solitamente in secoli è accaduto in pochi anni. Tutto questo ha generato una forte confusione soprattutto nel genere maschile. L’esempio che i più hanno ricevuto da bambini attraverso i nonni o i genitori è ora fortemente anacronistico.
L’uomo non è più dominante, le donne sono in grado di provvedere per lo più da sole a se stesse, hanno trovato determinazione e quindi l’uomo ha perso molto potere non trovandosi più in ciò che ha conosciuto nell’infanzia.
Tutta questa confusione ha portato spesso a forti scontri ed ha portato molti uomini ad agire con la forza in un tentativo disperato di ritrovare il potere.
Si dovrebbe imparare a vedere tutto ciò come grande arricchimento e non come motivo di scontro.
Questi sconvolgimenti culturali hanno portato l’uomo a soffrire di moltissimi disturbi sessuali (esempio eiaculazione precoce) che oltretutto vengono vissuti in segreto e con grossa difficoltà. Le donne tendono ad avere l’abitudine di confrontarsi, gli uomini si soffermano a parlare di sessualità molto spesso ma in senso goliardico e di scherno, cosa che fa togliere ansia e importanza alla loro difficoltà.
Parlare con serenità dei propri dubbi, desideri, paure, difficoltà e curiosità, magari con la propria compagna, può solo aiutare.
La sessualità e il rapporto di coppia non può e non deve essere un banco di prova per la propria mascolinità…ma devono essere fonte di piacere e serenità. Lasciamo perdere la cultura che in qualche modo ci inculcano attraverso i media (la macchina che possiedi, quanto bevi, come ti vesti, quanto grosso lo hai, quanto duri o quanti soldi puoi avere non faranno l’uomo che sei) e impariamo a vivere la nostra vita come ci piace eliminando il disperato bisogno di dimostrare qualcosa che non ci appartiene.
In questo le donne possono fare moltissimo rassicurando e andando incontro con un dialogo adeguato.
Si può sentirsi virili con rispetto, unione e tanta tanta serenità, qualsiasi sia la nostra tendenza! Evolviamo…
Laura Rosso Limone