Ultima modifica 2 Luglio 2019
Ai bambini, ma soprattutto ai genitori, che affronteranno a settembre l’ingresso alla scuola primaria , sicuramente tornerà utile sapere i criteri generali con i quali a scuola vengono formate le classi. Spesso e volentieri, durante questi anni, ho sentito i pareri di mamme scontente perché i loro figli erano stati separati dagli amichetti oppure erano a loro modo di vedere “squilibrate”.
Parto col dire che il di rimanere in classe con i propri amici o con i compagni con cui si è legato di più, purtroppo (o per fortuna?) non esiste in nessun ordine di scuola. Qui il discorso sarebbe ampio ma soprattutto per i più piccoli, le amicizie più forti saranno quelle che si creeranno alle elementari, per cui si tende, soprattutto alla scuola primaria, a non tenere conto delle amicizie che si sono già stabilite alla scuola dell’infanzia consci del fatto che i legami più forti devono ancora arrivare. Chiaramente nessun bambino viene lasciato solo in classe e si tenderà a lasciargli almeno un compagno della scuola dell’infanzia anche se non è detto che è il suo amichetto del cuore.
In secondo luogo non siamo noi docenti della primaria a decidere come formare le classi ma un’apposita commissione formata dalla docenti della scuola dell’infanzia che ci presenteranno i “profili” dei bambini (una specie di ritratto e sintesi dei tre anni trascorsi), dalle docenti della scuola primaria e dal Dirigente. A quest’ultimo, sentiti i vari pareri e le varie esigenze, spetta il compito di formare le classi seguendo alcuni criteri.
Nella scuola primaria le classi devono avere un numero massimo di 26 alunni e un numero minimo di 15, salvo i casi di disabilità per i quali il numero cala. I criteri per i quali vengono formate le classi non sono stabiliti per legge ma in genere sono piuttosto comuni a tutte le scuole. Essi devono salvaguardare l’omogeneità delle classi parallele (se possibile alunni appartenenti alle medesime categorie socio-culturali egualmente distribuiti), devono garantire lo stesso equilibrio maschi/femmine e devono essere omogenee per quel che riguarda i casi di disabilità, dsa o bes.
In pratica la lista dei bambini iscritti alla scuola primaria deve essere divisa all’inizio per sesso .Successivamente si dividono i bambini con cittadinanza non italiana ed eventuale disabilità o bes (anche se è difficile che tali segnalazioni ci siano già alla scuola dell’infanzia). Per ultimo i bambini vengono ancora divisi in base al loro “profitto”.
Alle classi provvisorie così ottenute ci si mette ancora mano cercando di riequilibrare ancora la situazione utilizzando le osservazioni ed i pareri delle docenti della scuola dell’infanzia (i bambini troppo vivaci, ad esempio, vengono in genere divisi, se qualcuno è molto timido viene affiancato ad un compagno che già conosce, ecc…), la provenienza dalla medesima scuola o l’appartenenza allo stesso quartiere/contrada e altre variabili.
E’ chiaro che il lavoro non è mai oggettivo perché soprattutto la seconda parte si basa su osservazioni delle insegnanti che hanno diversi punti di vista ma si cerca sempre di fare del proprio meglio per facilitare il lavoro dei bambini e dei docenti senza creare classi troppo squilibrate.
Molte dinamiche poi cambieranno e si stabilizzeranno durante gli anni della scuola primaria e molte di non previste ne verranno fuori, ma l’effetto sorpresa, come lo chiamo io, per i docenti è molto stimolante altrimenti avrebbero davanti ai loro occhi un quadro già fisso ed immobili per i prossimi cinque anni!
E la famiglia? Proprio non ha voce in capitolo nella formazione della classe del proprio figlio? In teoria no, ma io consiglio sempre ai genitori che hanno qualche motivo o richiesta valida di preferenza, di comunicarlo alle docenti della scuola dell’infanzia prima della formazione delle classi (che si fa in genere a luglio/agosto), se possibile verrete tenuti in considerazione.
è un grosso passo avanti, comunque, perchè, e lo dico con cognizione di causa un tempo tutto era lasciato al caso, anche nella prima classe elementare. Si provvedeva ad un sorteggio, non giudato, e le calssi venivano formate senza criterio alcuno.Nelle medie inferiori e superiori poi, la predominante era il volere del Preside che decideva i criteri: sorteggio, ordine di iscrizione, sollecitazioni di parenti e personaggi importenti, ricordo le telefonate di parlamentari e, addirittura di ministri!
Sì, Graziella, un grosso passo avanto. Per lo meno c’è la volontà di voler creare un equilibrio nelle classi per far sì che tutti tirino fuori il loro meglio. Poi è chiaro che certe dinamiche e certe situazioni più o meno problematiche vengono fuori col tempo ma almeno ci si prova… Un caro saluto
E’ possibile che tre classi di seconda media vengano divise per media di voti??? i 6 in una classe i 7 nell’altra e gli 8 in un altra ancora???
Comunque la mia figlia e stata “isolata”da tutti i suoi amici e compagna dalla classe di asilo nido di provenienza.Non e stato coretto per niente…ha perso sia i suoi amici vicici che i suoi colegghi. Una prova dura. La corretezza non esiste