Ultima modifica 22 Aprile 2015
Da pochissimo ho saputo che il prossimo anno dovrò insegnare geografia (con matematica, scienze, educazione allo sport, tecnologia e informatica). E’ la prima geografia per me.
Sì, dal prossimo settembre sarò anche una maestra di geografia nelle mie due classi.
Sono un po’ preoccupata? Sì… non l’ho mai insegnata.
Diciamo che in quarta non è proprio la passeggiata nel parco: ho appena visto gli obiettivi.
E poi i miei bimbi hanno già cambiato 2 insegnanti di geografia in 2 anni….
Ma in fondo ho due mesi per studiare obiettivi, conoscenze, competenze da far acquisire a tutti e anche trovare 4-5 appigli che mi aiutino creare punte di interesse.
Ho iniziato così a viaggiare, come faccio di solito, nel web alla ricerca di qualche documentario meraviglioso e proprio 10 minuti fa l’ho trovato. E’ lunghissimo, ma credo che ne farò il leit motiv di tutto l’anno, passante per il mondo…una specie di colonna sonora delle nostre lezioni.
Forse qualcuno lo conoscerà già : Home, del regista Yann Arthus-Bertrand
E’ un documentario che mette in comunicazione geografia, scienze e soprattutto la riflessione sul rapporto sempre più problematico Uomo – Terra. Mi sembra adatto a soddisfare le richieste poste nell’introduzione della Geografia nelle Indicazioni Nazionali. “E’ una disciplina “di cerniera” per eccellenza perché consente di mettere in relazione temi economici, giuridici, antropologici, scientifici e ambientali di rilevante importanza per ognuno di noi”.
Per fortuna i bambini, di fronte a certe immagini, ancora si stupiscono, si interrogano e un po’ si spaventano di fronte alla grande superficialità dell’uomo.
E’ raro che a casa tutti riescano a vedere un film del genere e non lo faranno mai con la richiesta di attenzione che c’è a scuola. Quindi penso sia un’idea da tenere presente.
L’anno scorso la mia collega insegnando musica ha pensato di far vedere ai bambini il video “Earth” di Michael Jackson…i bambini sono rimasti incantati dall’energia della musica e dalla forza della rappresentazione. Alla fine hanno voluto anche cantarla.
Inoltre, mentre leggo le Indicazioni, scopro che si avvalora la geografia come una grande occasione per far osservare ai bambini la realtà da diversi punti di vista: fisico, paesaggistico, ecologico, storico. Il mondo è in continua evoluzione nel bene e nel male.
Leggo ancora le Indicazioni…tanto da lì bisogna che si parta: “Riciclaggio e smaltimento dei rifiuti lotta all’inquinamento, sviluppo delle tecniche di produzione delle energie rinnovabili, tutela della biodiversità, adattamento ai cambiamenti climatici: sono tutti temi di forte rilevanza geografica. Il punto di convergenza sfocia nell’educazione al territorio, intesa come esercizio della cittadinanza attiva…” Ci siamo.
Il nostro percorso ecologico ha attraversato i tre anni passati e si dovrà intensificare negli ultimi due anni di scuola, perché è in quarta e quinta che riescono a leggere la realtà in modo più adulto e consapevole.
E poi? E poi si studiano le carte geografiche in modo approfondito…con scale diverse…Brivido.
Mi devo procurare la carta del quartiere, sì,sì.
E infine la nostra Italia. Un bel giro tra le bellezze e tra le regioni del nostro paese per capire cosa vuol dire essere italiani nella migliore accezione del termine…e forse anche nella peggiore.
Una bella e grande cartina muta con i confini e i rilievi disegnati da loro e attaccati dei piccoli monumenti a caratterizzare le città più importanti potrebbe essere un bel finale di percorso, magari con un cd dove ogni bambino dice ciò che pensa della sua Italia e della sua città.
Lo scorso anno abbiamo partecipato al progetto FAI -“Viva la Terra”, bellissimo, incentrato sul riciclaggio dei rifiuti; gratuito, con tanto materiale scaricabile portato avanti dalle stesse insegnanti.
Un percorso creativo per tutti.
E allora mi chiedo, visto che il FAI è il Fondo Italiano per l’ Ambiente e il paesaggio, ci sarà da “frugare” nel sito anche per il prossimo anno .
Faremo un sacco di viaggi virtuali tra una città e l’altra in matematica, con qualche tappa intermedia tanto per arrovellare il cervello tra tempi e distanze…un po’ mi gira la testa, come accade quando ho tante idee e devo trovare i collegamenti per farne un percorso organico.
E il libro? Solo uno dei tanti sostegni al lavoro.
Bene, l’1% del lavoro l’ho fatto.