Ultima modifica 31 Agosto 2016

Figli di una generazione, quella dei nostri genitori, in cui l’educazione era autoritaria e direttiva, spesso ci interroghiamo su quale sia l’atteggiamento “giusto” da tenere con i nostri bambini, soprattutto dinanzi a bizze, marachelle e ai comportamenti sbagliati e/o pericolosi.

Cosa fare in queste circostanze? E’ sbagliato rimproverarli?

Partiamo da un presupposto: rimproverare non significa avere un comportamento aggressivo o punitivo nei confronti dei figli, bensì implica solamente assumere un atteggiamento di critica e richiamo laddove necessario.

rimproveri-bambini

Necessario, appunto.

Infatti i bambini non hanno innato il concetto di cosa è giusto/va bene e cosa è sbagliato/non si può fare. Tale acquisizione avviene gradualmente e proprio in virtù del nostro intervento: è il nostro limite, il nostro divieto o se necessario, il nostro rimprovero che gli permettono di capire che quella determinata cosa è pericolosa e non va fatta. Pertanto il nostro intervento diventa una sorta di “bussola”, che consente gli di orientarsi e imparare a definire cosa va bene/è consentito da ciò che non lo è… e in quanto tale, non solo non è sbagliato rimproverare, bensì quando le circostanze lo richiedono, èutile e necessario.

C’è modo e modo per rimproverare.

Chiaramente ciò che fa la differenza è il modo in cui attuiamo i rimproveri.

Se i rimproveri consistono in critiche assolute e generiche (“sei cattivo”, “combini sempre qualche guaio”, “mi fai sempre arrabbiare), allora questi richiami possono risultare negativi e distruttivi per la modalità con cui sono attuati: anziché circoscrivere l’intervento all’evento specifico e al singolo comportamento, se si generalizza, questo può indurre il bambino a sviluppare involontariamente un’idea negativa di sé (“sono cattivo”…).

Inoltre il rimprovero può risultare “negativo” quando la reazione di rabbia e contrariata del genitore dura e persiste anche a conclusione episodio (portar rancore). In tal caso, il rischio è che il bambino possa sviluppare il timore di aver leso il legame di amore con mamma o papà. Al contrario, il genitore che si arrabbia e rimprovera specificando il disappunto per quella specifica situazione ma poi torna ad essere sereno, tranquillo ed amorevole come sempre, evidenzia come ci si possa arrabbiare e si possa essere contrariati ma senza che questo comprometta il legame di fiducia e di amore di base.

Infine i rimproveri possono risultare poco efficaci quando accompagnati a punizioni, in quanto a medio e lungo termine queste ultime finiscono solamente per indurre e istigare rabbia (esplosa o implosa) nel bambino, oltre ad avere un impatto negativo a livello psicologico.

I bambini non hanno bisogno di punizioni: se spieghiamo loro le situazioni, fin da piccoli sono assolutamente in grado di comprendere.

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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