Ultima modifica 16 Giugno 2016
Premetto: non prendetemi troppo sule serio.Queste righe sono il risultato di una botta di caldo di questi giorni bollenti. E di un po’ di sana immaginazione. Qualche tempo fa si parlava di una riduzione delle vacanze estive ad un mese ,notizia che si è rivelata un clamoroso falso, ma che sicuramente ha smosso molto le acque dell’opinione pubblica. Nel contempo alcuni Paesi occidentali,come l’Inghilterra,hanno dato la possibilità ai Dirigenti scolastici di decidere sul calendario scolastico riducendo la pausa estiva a sei settimane e spalmando le restanti settimane durante l’anno scolastico accontentando così le richieste dei genitori che sono obbligati ad andare in vacanza solo in alta stagione e a pagare corsi e centri estivi.
Complici queste notizie,complice un po’ di voglia di giocare ed un cervello accaldato ho provato ad immaginare se questo scenario fosse reale anche in Italia.
“Drriiin!” La campanella del primo giorno di scuola suona. La fine di un mese e mezzo di vacanza dovrebbe cadere proprio in questi giorni. I bambini, caldi e sudati si rimettono sui banchi di scuola.
Aiuto…già mi vengono i brividi (e a quaranta gradi è davvero eccezionale…) a pensarlo. Praticamente alcune scuola sono fatte di lamiera e a maggio non ci si sta più,figuriamoci ad agosto.
Proviamo a pensare allo scenario opposto allora:
“Driin!” La campanella dell’ultimo giorno di scuola suona.E’ il primo luglio.
Accidenti…anche questo scenario è alquanto bizzarro…mi chiedo che tipo di lezioni si riescano a fare per tutto il mese di giugno, quando, mi ripeto, già a maggio il programma è finito da un pezzo perché i bambini sono davvero stanchi e stremati.
Cominciamo allora a razionalizzare: a mio modo di vedere le vacanze estive così come sono previste sono estremamente necessarie. I bambini hanno sicuramente bisogno di riposarsi e di divertirsi. Un periodo lungo di vacanza è un periodo rigeneratore, dove ci si rilassa davvero. Gli “stacchi” di pochi giorni durante l’anno, quando il programma e le attività sono ancora in corso sono di aiuto ma hanno lo svantaggio di far perdere l’allenamento ai compiti ed allo studio che invece è ancora necessario. Dopo le vacanze di Natale, ad esempio, i bambini ritornano a scuola e fanno fatica a “carburare” e a riprendere la concentrazione che invece è fortemente necessaria visto che si è in pieno quadrimestre.
Per chi fosse curioso mi è capitato questo link che mostra come sono spalmate le vacanze estive in Europa. La lunghezza del calendario scolastico medio è di 185 giorni e l’Italia con le 12 settimane di chiusura estiva è in buona compagnia.
Ho imparato a non demonizzare i cambiamenti ma a favorirli se c’è un lato positivo. In questo caso,però,non ne vedo molti.
Punto uno: l’Italia non è l’Inghilterra o la Svezia, è un paese Mediterraneo al pari della Grecia e della Spagna. A maggio e ad agosto (e spesso e volentieri anche a settembre) è molto caldo. Le scuole, almeno per come sono strutturate adesso, senza condizionatori, sono impraticabili. E’ quindi impensabile pensare a corsi di recupero o assistenza ai compiti delle vacanze in quelle aule.
Punto due: Capisco che d’estate i genitori abbiamo difficoltà a gestire i figli in quanto quasi tutti a luglio ancora lavorano…ma spalmare le vacanze estive durante l’anno sarebbe peggio in quanto la settimana di interruzione a novembre o a febbraio darebbe gli stessi problemi. E poi, ricordiamoci, che la scuola non è un parcheggio ma un luogo di apprendimento e di educazione. Un luogo in cui i bambini dovrebbero apprendere con la voglia e la gioia di farlo. Se sono stanchi ed ormai stremati questo obiettivo non si raggiunge più.
Punto tre:Ma siamo davvero sicuri che a luglio i bambini frequenterebbero ancora le lezioni? Che noi insegnanti avremmo davvero le classi piene? Che non salterebbero la lezione per la possibilità di fare una gita o andare al mare con un nonno,uno zio o qualche amico di famiglia? Faremmo loro davvero del bene aumentando il tempo scuola d’estate? La quantità non è la qualità,specialmente nelle ore di scuola…
I centri estivi allora, quelli sì,dovrebbero essere potenziati e resi sempre di più alla portata di tutti.Centri dove educatori preparati insegnano ai bambini attività che in genere durante l’anno non si fanno: avviamento a qualche sport, attività manuali, pet terapy o conoscenza degli animali domestici,avvicinarsi alla natura e alle attività di “una volta”…allora sì che quella sarebbe una vacanza!
Arianna Simonetti