Ultima modifica 15 Ottobre 2015
Luisa Spagnoli nasce Sargentini nel 1877 a Perugia da un pescivendolo della zona, ma dopo il
matrimonio con Annibale Spagnoli, rileva una drogheria e inizia la produzione di confetti.
Nel 1907 insieme a Francesco Buitoni, apre un piccola impresa di 15 dipendenti nel centro di
Perugia, da cui appunto il nome dell’azienda: Perugina.
La prima guerra mondiale non tarda ad arrivare ed in azienda rimane sola con le sue dipendenti a
causa del richiamo alle armi di tutti gli uomini.
La signora Spagnoli capisce che può fare da sola e si occupa di tutta la gestione, dai prodotti al
personale, allestendo all’interno del fabbricato anche una nursery dove le dipendenti potevano
allattare i propri figli neonati.
Innovativa ma concreta, la pioniera dei dolciumi decide di utilizzare gli scarti della
lavorazione della nocciola per evitare sprechi inutili e, da questa esigenza comune in un periodo di
guerra, nasce il cioccolatino famoso in tutto il mondo: il Bacio Perugina.
Si racconta che inizialmente lei volesse chiamarlo cazzotto per la sua strana e buffa forma, e fu solo l’intervento del socio Buitoni a farle cambiare idea.
L’idea del cartillo con frasi celebri è circondata da un’aurea fiabesca ma veritiera. Si narra, infatti, fosse il metodo comunicativo, siamo in anni lontani dagli sms, utilizzato da Luisa Spagnoli e quello che poi diventò il grande amore della sua vita, Giovanni Buitoni.
Nel 1923 il marito della signora Spagnoli si ritira dall’attività, e si fa coincidere con questa data,
anche l’inizio di un amore dolce e riservato tra la signora e il figlio di Francesco Buitoni, più giovane
di lei di 15 anni.
Come se tutto questo non fosse già appagante, la signora Spagnoli decide di allevare nel cortile di
casa alcuni conigli d’angora, amorevolmente pettinati, mai tosati o uccisi, e usarne il pelo ricavato
per realizzare splendidi manufatti per l’industria tessile.
La Fiera di Milano celebra i manufatti come “ottimi prodotti” e … sliding doors per la signora del
Bacio che diventa una delle firme fashion mondiali il cui successo è riconosciuto ancora oggi.
Luisa Spagnoli moltiplica gli sforzi e dal cortile di casa arriva a gestire le spedizioni di pelo pettinato
proveniente da circa 8.000 allevamenti di conigli d’angora.
Siamo negli anni quaranta, periodo non florido per molti, e la famiglia Spagnoli si prodiga per migliorare le condizioni di vita dei propri dipendenti. A Natale regala calze e maglieria per affrontare il gelido inverno, si parla di cifre da capogiro per quei tempi, costruisce piscine per i periodi caldi,
casette a schiera come abitazioni ed organizza eventi ricreativi e culturali.
Purtroppo la madre delle imprenditrici italiane, ammirata datrice di lavoro dal dolce sorriso ma dalla tempra d’acciaio, non farà a tempo a vedere il massimo splendore di questa sua nuova creatura nel campo della moda, che mantiene come logo semplicemente il suo nome e cognome.
Un tumore alla gola la strappa ai suoi cari nel 1935 a Parigi, dove fu assistita fino alla fine dal suo amato Giovanni Buitoni.
Michela Cortesi