Ultima modifica 15 Marzo 2016
Fare esercizio per 20 minuti tre volte a settimana è sufficiente per migliorare l’attività cerebrale del feto. A dirlo sono i ricercatori dell’Università di Montreal – Dipartimento di Kinesiologia e del Centro Hospitalier Universitaire – Sainte-Justine Children’s Hospital. Con poco sforzo, secondo i ricercatori, gli effetti potrebbero essere significativi per tutta la vita del nascituro.
“La nostra ricerca indica che l’esercizio fisico durante la gravidanza aumenta lo sviluppo del cervello del bambino appena nato”, ha spiegato il professor Dave Ellemberg, che ha condotto lo studio. “Mentre gli studi sugli animali hanno mostrato risultati simili, questo è il primo studio randomizzato controllato su esseri umani per misurare oggettivamente l’impatto dell’esercizio durante la gravidanza direttamente sul cervello del neonato. Speriamo che questi risultati potranno guidare gli interventi di sanità pubblica e di ricerca sulla plasticità del cervello. Siamo ottimisti che questo incoraggerà le donne a cambiare le loro abitudini, dato che il semplice esercizio fisico durante la gravidanza potrebbe fare la differenza per il futuro dei loro figli.”
Deve Ellemberg e i suoi colleghi, il professor Daniel Curnier e la dottoranda Élise Labonté–Lemoyne, hanno presentato i loro risultati al Congresso Neuroscience 2013 a San Diego.
Parlare di esercizio fisico durante la gravidanza è un fatto recente. Prima alle donne si diceva di riposare. Ora si sa che l’inattività non è salutare. “La sedentarietà aumenta i rischi di complicazioni durante la gravidanza; invece l’attività fisica può facilitare il recupero post partum, rendere più confortevole la gravidanza e ridurre il rischio di obesità nei bambini“, ha spiegato Curnier. “Dato che l’esercizio fisico ha dimostrato di avere benefici per il cervello dell’adulto, abbiamo ipotizzato che poteva essere utile anche per i bambini non ancora nati attraverso le azioni delle madri.”
A partire dall’inizio del secondo trimestre un gruppo di donne incinte sono state assegnate in modo casuale a ogni squadra: una che faceva esercizio e una che aveva un comportamento sedentario. Le donne nella squadra che faceva esercizio dovevano svolgere almeno 20 minuti di attività cardiovascolare tre volte alla settimana con intensità moderata.
L’attività cerebrale dei neonati è stata valutata quando avevano fra gli 8 e i 12 giorni di vita, mediante elettroencefalografia, che consente la registrazione dell’attività elettrica del cervello.
“Abbiamo utilizzato 124 elettrodi morbidi posizionati sulla testa del bambino e aspettato che il bambino si addormentasse sul grembo della madre. Abbiamo poi misurato la memoria uditiva mediante risposta inconscia del cervello ai suoni ripetuti e a quelli nuovi“, ha detto la Dottoressa Labonté–Lemoyne . “I nostri risultati mostrano che i bambini nati da madri che erano fisicamente attive, avevano una attivazione cerebrale più matura, il che suggerisce che i loro cervelli si sono sviluppati più rapidamente.”
Mamme in attesa: tutte in palestra!
Paola Lovera