Ultima modifica 10 Ottobre 2019
La lingua cinese mandarino, è in assoluto la lingua più parlata al mondo visto la popolazione esistente in questo paese ma, allo stesso tempo, é sicuramente una delle più ostiche.
Fin dall’antichità la lingua cinese é stata frutto di un misto di numerosi dialetti locali ma, con il passare del tempo, si é sentito sempre più il bisogno di un idioma comune per cercare di ridurre al minimo le differenze linguistiche delle varie aree geografiche.
Durante la dinastia Ming (1364-1644) e successivamente con la dinastia Qing (1644-1912), si iniziò ad usare il termine di “lingua ufficiale” intendendo come tale, la lingua parlata dai nobili.
Ma fu solo intorno al 1909, con l’imminente fine dell’ultima Dinastia, che si stabili che il dialetto della capitale Beijing, diventasse la lingua nazionale.
In un primo momento, si cercò di introdurre altri termini propri di vari dialetti cinesi ma, nel 1924, questo tentativo venne abbandonato e il dialetto di Beijing diventò ufficialmente l’unica lingua nazionalmente riconosciuta.
La successiva Repubblica Popolare Cinese nel 1949, continuò su queste basi ma, per promuovere l’alfabetizzazione, diversificò il mandarino scritto introducendo lo studio del “cinese semplificato” che si differenzia dal “cinese scritto tradizionale” che è quello ancora oggi insegnato a Hong Kong, Macao e Taiwan.
Le difficoltà del cinese mandarino sono innumerevoli. I bambini cinesi si applicano moltissimo in età scolare, la scuola stessa concede pochissimo svago e richiede tantissimo studio per l’apprendimento dei caratteri.
Per la comunità Expat imparare la lingua nazionale è una sfida davvero importante, piena di mille difficoltà.
Tanto per dirne una il cinese mandarino è l’esempio perfetto di lingua tonale: una stessa parola pronunciata in toni diversi ha più significati, ben quattro toni più uno neutro nel caso del mandarino, il che significa avere quattro/cinque significati con una stessa parola e la differenza, ovviamente, viene fatta dal carattere per quanto riguarda il mandarino scritto, ed esclusivamente dalla nostra intonazione per quanto riguarda il mandarino parlato.
Esempio classico di una parola che si impara alla prima lezione di cinese mandarino
马 – Pronuncia Mǎ – traduzione cavallo
妈 – Pronuncia Mā – traduzione mamma
麻 – Pronuncia Má – traduzione canapa
骂 – Pronuncia Mà – traduzione maledizione
吗 – Pronuncia Ma – particella interrogativa
Un’altra difficoltà è rappresentata dai caratteri, lo studio è assolutamente mnemonico, visivo e richiede tanta applicazione nella formazione degli stessi che segue una tecnica ben precisa.
A tutto questo si aggiunge il fatto che, il cinese mandarino è la lingua delle nuove generazioni, quelle “vecchie” sono strettamente legate al loro dialetto. Da queste parti è piuttosto comune trovare persone che parlano solo il dialetto di Suzhou e che facciano reale fatica a comprendere il mandarino.
E il dialetto di Suzhou è a sua volta diverso dal dialetto di Wuxi (città a 50 km da qui) e ancora diversa è la lingua parlata a Shanghai.
Comunque bisogna dire che, nonostante le difficoltà, quasi tutte le donne Expat ci provano, anche se poche ottengono risultati apprezzabili.
Le più serie vanno all’Università, si impegnano anima e corpo per qualche anno e ottengono quanto meno di poter “parlare” del più e del meno con tutte le persone che conoscono il cinese mandarino.
Altre prendono costantemente lezioni private, si affidano solitamente ad un vero e proprio personal trainer che le segue costantemente nei loro progressi.
Altre ancora, come me, sanno di non aver ammazzato nessuno nella vita da meritare una punizione così elevata come lo studio del mandarino e scelgono, vergognosamente lo so, di fare un corso di primo soccorso, di sopravvivenza con il quale si imparano le cose di base necessarie di tutti i giorni….i nomi della frutta e della verdura, chiedere quanto costa, ordinare al ristorante, parlare con il tassista, presentarsi e soprattutto, si impara la frase più importante, quella che spesso e volentieri ti trovi a ripetere abbastanza normalmente…. 对不起 挺不 灯 Duìbùqǐ Tīngbùdǒng.ovvero “ Mi spiace ma non è molto chiaro..non capisco”. Io lo dico molto spesso al mio omino della farina che tutte le settimane “credo” voglia sapere cosa ci faccio con i miei 4 kg di farina per 面包 Miànbāo Pane…
Qualsiasi sia la forma di studio scelta, spesso e volentieri la situazione tipica della signora Expat che parla con una persona locale è la seguente: Expat impegnatissima a ripetere le parole imparate dando la giusta intonazione, cinese che dapprima rimane impassibile, successivamente alza il sopracciglio e si concentra sul viso della signora e poi inizia ad emettere dei suoni di chi non capisce che cosa gli si stia dicendo…e allora la signora ripete e ripete e alla fine il cinese capisce e ripete a sua volta la frase ….e tu spergiuri di aver sentito dire la stessa cosa dalla signora straniera ma evidentemente ti sbagliavi.
Noi Expat però abbiamo una fortuna, i nostri figli in età scolare. Io ho la mia piccola arma segreta, mia figlia Susanna, che sabato scorso mi ha sorpreso tantissimo perché ha parlato con la sarta di un negozio dove sono andata a farmi fare un vestito. Quando l’ho sentita rispondere mi è venuto un colpo! e cosa più incredibile mi ha letto il biglietto che la commessa ha scritto. Potenza delle giovani menti!!.
Daniela Marzari
Ho intenzione di provare a studiare mandarino ma ho sentito dire che c’è differenza tra la lingua parlata dagli uomini e quella parlata dalle donne.
E’ vero ? Come si può scegliere un insegnante donna se, come me (uomo), si apprende una forma linguistica che sarà trovata “buffa” da chi poi ci ascolterà ?
Grazie per il chiarimento
Non ho mai sentito nessuno menzionare questo tipo di differenza linguistica qui in Cina… vai tranquillo!