Ultima modifica 20 Giugno 2019
La settimana scorsa una cara collega mi confida che deve sottoporre sua madre ad una delicata operazione chirurgica e che dovrà prendersi dei giorni di permesso a scuola. Io,come molte altre, ci offriamo subito di gestire la settimana della sua assenza facendo ore in più e ritornando a scuola in giornata libera.
Complice l’affetto che provo per lei (non sempre a scuola litighiamo! ) e il pessimo martedì come giorno libero appioppatomi quest’anno (la turnazione,per carità!),mi sono offerta di sostituirla.
Ma martedì le previsioni avevano dato neve. Tanta neve.
Una montagna di neve.
Un colosso di neve.
E da me, per chiudere la scuola, non c’è bisogno che ci siano bufere,bastano due centimetri.
Così,mio malgrado,devo dare forfait.
Ma la neve arriva con un giorno di ritardo e cioè nella mattina di mercoledì.
Tam tam su Facebook per sapere le condizioni della neve e dopo mezz’ora la chiamata divina … scuola chiusa. Ordinanza del Sindaco.
Mi rimetto sotto le coperte ritornando un po’ bambina. E’ sempre bello,anche da adulta e da insegnante, sapere che la mattina la scuola non c’è e sapere di potere godere di altre ore di sonno.
Effettivamente, però,da noi, c’erano pochi centimetri di neve.
Saranno stati pure dieci centimetri ma di certo le strade principali erano praticabili in poco tempo.
Questo mi ha portato parecchie riflessioni.
So per certo che se tutti i bambini hanno gioito alcuni genitori si sono lamentati perché non tutti hanno nonni o baby sitter disponibili per lasciare i figli last minute. La stessa suocera mi ha redarguito dicendo che i muratori si beccavano tutte le intemperie mentre io me ne stavo al calduccio con mia figlia. Ma è la suocera,per carità,fa poco testo.
Parto da un principio cardine,secondo me: la scuola non è un parcheggio per i nostri figli e la didattica non può sottomettersi alle nostre esigenze lavorative. Per cui capisco che una scuola chiusa crei disagio e panico per un genitore che lavora ma questo non può essere un pretesto per criticare quando un Sindaco decide di chiudere una scuola in caso di neve,pur per pochi centimetri.
La scuola,inoltre,specialmente quella dell’infanzia e primaria, accoglie bambini molto piccoli e ritardi o assenze di insegnanti che sono pendolari e faticano ad arrivare al posto di lavoro di certo creano disagio e possono mettere gli alunni in condizioni di scarsa sorveglianza e quindi di pericolo. Senza contare che in alcuni paesini, compreso quello dove insegno io, la maggioranza dei bambini vivono in campagna ed il pulmino, in quelle stradine ciottolose, con la neve proprio non ci passa.
I Sindaci (sono loro che per legge possono disporre la sospensione delle lezioni o addirittura la chiusura degli edifici scolastici) e i Dirigenti (che hanno il potere di sospendere le lezioni in caso di pericolo per la sicurezza degli alunni anche nel caso in cui il Sindaco non abbia disposto l’ordinanza) di certo non hanno la sfera di cristallo e possono basarsi solo sui bollettini meteo e sugli alert inoltrati dalla Protezione Civile. Sono successi casi in cui alcune scuole sono state chiuse troppo frettolosamente senza che ce ne fosse un vero bisogno o, al contrario, scuole aperte ed enormi disagi nei trasporti degli alunni da parte di pulmini e genitori. Ma siamo umani e gli errori di valutazioni ci sono e per l’opinione pubblica come si fa si fa male.
Qual è la strada giusta da seguire,allora?
Lo diciamo tutti gli anni ma appena c’è un po’ di neve davvero l’Italia va in tilt e di questo non so i motivi. Bastano pochi centimetri e la gente sembra che vada in pallone. Anche io non sono un’esperta guidatrice ma vedo tanti peggio di me. E va da sé che le scuole chiudano se poi l’assistenza non è garantita. Ne va della sicurezza e dell’ordine pubblico.
Fortunatamente questi eventi accadono circa una volta l’anno per cui possiamo ancora permetterci il lusso di creare un po’ di disagio per alcuni giorni e poi basta. In fin dei conti i giorni di scuola persi “per causa di forza maggiore” vengono recuperati e in totale se ne fanno sempre 200.E, come dice mia nonna, “La neve di novembre ce la scampa per gennaio e dicembre” per cui dovremmo stare tranquilli almeno per un paio di mesi buoni. Almeno spero.