Ultima modifica 10 Novembre 2015
La mia collega lo chiama ironicamente il “gaudio natalizio”…quell’atmosfera “dissociata” di stanchezza/voglia di fare, nervosismo/gioia, frenesia/impaccio/fretta da Bianconiglio che pervade la scuola in questo periodo: lavoretti, cori, recite, letterine, bigliettini, concorsi, disegnini…e didattica.Senza contare le “tessere punti” che ti “regala “ la Dirigente.
Quella sensazione unica di non poter, ovviamente, mollare il lavoro quotidiano e di dover assolvere a tutto ciò che i bambini e i genitori si aspettano più o meno da un Natale.
Ogni volta mi faccio la stessa domanda: “Ma loro sono contenti?”
Perché, effettivamente, li strapazziamo – shakeriamo – centrifughiamo – e stendiamo.
Ogni volta che entriamo nel Gaudio Natalizio perdo qualche colpo: lo ammetto.
Insegnare è anche lavorare strutturando e rimodulando continuamente l’imprevisto per dargli un senso…ecco…come dire…a Natale si esagera col concetto di “Imprevisto”: tutto il mazzetto del Monopoli di fronte a te.
Si allarga un po’ l’idea del “farettutto”…si “spatascia” all’infinito fino al 21 dicembre: ore 14:00 – calma piatta.
Si sta per chiudere un quadrimestre ed è il momento per verificare gli apprendimenti e quindi se ciò che si è fatto ci ha portato un gradino più su.
Si tirano le fila di vari percorsi di apprendimento e….
“Portare le perline per il lavoretto…per giovedì – Ripassare le canzoni per venerdì – Fai i compiti… -Portare la foto per partecipare al concorso…per sabato – Fai i compiti – Impara la poesia per Lunedì – Fai i compiti… – Scrivi la letterina… – Ritaglia le decorazioni per la scuola” ecc…
Un valzer.
Ogni anno nello stesso momento mi domando: ce la faranno? Ce la faremo?
Non a fare tutto…ma ad uscirne vivi…
Ce la facciamo sempre.
Cantano e scrivono. Calcolano e colorano. Arricciano fil di ferro (opportunamente messo in sicurezza) e risolvono un problema. Ripetono i verbi e scrivono letterine in inglese…dipingono, tagliano…pappe rosse a tutte le ore.
Però poi sentirli cantare, sorridendo, nel rituale “coro di auguri” (nella nostra palestra anti-acustica) di fronte ai genitori, ci tocca sempre quella cordina del cuore.
L’ultimo giorno prima delle vacanze, vederli seduti imbacuccati, aspettando la fila col lavoretto “incellophanato” da cui spuntano gli occhi contenti, ci fa sorridere.
E sorridono stanchi anche loro. “OOoooh stai attento che me lo fai cadereeeee!!!!!! Mi si è staccato il fiocchetto maeee, me lo rimetti?”…”Però, il tuo è più bello!”
“Chi ha lasciato sotto il banco il fascicoletto dei compiti?” (Per la serie “ci si prova sempre, non si sa mai”)
“Seee, io… se non torno con i compiti…pfff, la mamma chiama Ludovica…e li faccio tutti lo stesso, non c’è pericolo!”
Allora non ci siamo allontanati tanto dal nostro obiettivo: quello di farli crescere insieme a noi, arrivando in fondo ad ogni mini-progetto.
Io ci spero che il giorno di Natale canticchino una delle canzoncine in giro per casa in pigiama. E mi piace immaginare che il lavoretto stia su qualche tavola apparecchiata o su una mensola a guardarli mentre scartano il regalo.
Oh, sarò un po’ troppo romantica…ognuno è fatto a modo suo.
Ma dopo la fatica del Gaudio Natalizio…ce lo meritiamo un piccolo sogno di soddisfazione. Vero cara Paola?
Cpmplimenti! sono esattamente le stesse cose che penso io ma non riesco ad esprimerle in questo modo così accattivante!!!!!!