Ultima modifica 14 Ottobre 2019
È cronaca recente: la storia del marito della Mussolini che frequenta ragazze minorenni.
Non facciamo neanche il nome di lui, perché non merita visibilità ed è già stato ampiamente diffuso.
Parliamo di lei. Finta moralista, fascista dichiarata e orgogliosa, un passato di filmetti porno e copertine ancora peggio. Una laurea comprata, come diffuso da alcune indiscrezioni, politica senza alcuna competenza, macchia nera del nostro Parlamento.
Lei, che ha sempre rivendicato la famiglia “normale” e condannato i matrimoni gay o l’adozione da parte di coppie omosessuali, cosa penserà adesso della “normalità”?
Ci sono più valori e amore tra le coppie eterosessuali? Il rispetto? La sincerità? Queste parole trovano applicazione solo nelle famiglie tradizionali?
Non ci vuole molto per trovare le risposte.
Magari questa brutta storia riuscirà per qualche tempo a zittire una delle poche donne con visibilità, che aprono la boccaccia – e il termine non è scelto a caso, vista la fastidiosa caratteristica fisica della nipote del duce – e danno sfogo a violenza verbale, aggressività, volgarità, mancanza di stile e di modo, oltre che, ancora più importante, mancanza di contenuti costruttivi.
Ma non ci illudiamo. Una che ha le fattezze e la preparazione di una lavandaia, ma si erge a gran signora, troverà il modo di sfruttare anche questa situazione, apparentemente sfavorevole, per “ciancicare” qualcosa a suo favore.
Una che entra in politica e rivendica la politica del nonno duce, non si arrende certo davanti a un marito pedofilo.
C’è gente che, per molto meno, non uscirebbe neanche di casa. Ma sarebbe chiedere troppo.
Sprechiamo tante parole nel dire ai nostri figli di studiare la storia per evitare di ripetere gli stessi errori.
Un errore grossissimo l’abbiamo messo al Governo. E non venitemi a dire che lei è una vittima e che è il marito da condannare. Chi ha questo tipo di mentalità – parliamo dei Mussolini – non ha limiti per soddisfare i propri piaceri, ambizioni ed egoismi.
Non proviamo solidarietà per “donna Mussolini”, il fatto di avere la vagina non ci rende per forza sorelle
Michela Cortesi