Ultima modifica 6 Novembre 2015
La cannabis terapeutica può aiutare a combattere alcuni sintomi della sclerosi multipla, che affliggono i pazienti: dalla spasticità ai dolori alle vie urinarie.
Ad attestarlo sono le nuove linee guida dell’”American Academy of Neurology” che, pur ribadendo l’esiguità delle prove a favore delle terapie complementari o alternative per questi pazienti, segnalano come la cannabis terapeutica (per via orale, in pillole o spray) sia in grado di attenuare i sintomi della sclerosi multipla secondo gli stessi malati.
«A utilizzare le diverse terapie complementari è il 33-80% delle persone con sclerosi multipla, soprattutto donne e con livelli d’istruzione più elevati – lo afferma Vijayshree Yadav, autore della ricerca e componente dell’”American Academy of Neurology” -, ma i pazienti dovrebbero comunicare ai loro medici se e quali terapie alternative stanno assumendo o pensano di seguire».
Le linee guida sono state pubblicate sulla rivista “Neurology”, mentre gli specialisti affermano «che non ci sono prove sufficienti per dimostrare che fumare marijuana è utile nel trattamento dei sintomi della malattia neurodegenerativa demielinizzante». Le terapie non convenzionali, utilizzate in aggiunta o in sostituzione delle cure mediche tradizionali, includono – oltre alla cannabis medica – anche il ginkgo biloba, la magnetoterapia, la riflessologia e una dieta ricca di acidi grassi omega-3.
La sclerosi multipla colpisce nel mondo circa un milione di persone: il sistema immunitario distrugge la guaina, che protegge le cellule dei nervi nel cervello e nel midollo spinale. Nel 2012 l’Olanda è stato il primo Paese al mondo a rendere la cannabis disponibile come farmaco prescrivibile per le persone colpite da cancro, Hiv e sclerosi multipla.
Paola Lovera