Ultima modifica 20 Aprile 2015
Uno studioso, uno storico diverso, atipico, che si distingueva e spiccava tra i suoi colleghi per il suo modo d’analizzare la storia.
Lui non guardava, non osservava la vita dall’alto, ma studiava le abitudini, gli usi ed i costumi della gente comune, degli uomini e delle donne anonimi, di quelli mai saliti agli onori della cronaca e da loro risaliva ai più o meno famosi, a quelli che, prima di lui, erano il solo, unico oggetto d’interesse per gli storici.
Lui focalizzava la vita dei popoli, o meglio, dei singoli individui e delle loro aggregazioni nel “trantran” giornaliero.
La sua curiosità e il suo interesse erano rivolti a quel periodo che, sempre prima di lui, era stato sottovalutato, disprezzato, considerato un periodo in cui la civiltà, il progresso, avevano subito uno stop, sovente un’involuzione.
Io l’ho “incontrato”, attraverso i suoi libri, alla fine dei lontani anni ’50, per merito esclusivo del mio professore di lettere quando, rispondendo a una sua domanda, avevo parlato del ‘600 come di un periodo in cui l’umanità, uscendo dall’oscurantismo medioevale, si era aperta alla conoscenza.
L’avevo dedotto dai libri di quella storia, che tanto mi appassionava, libri dai quali non traspariva neppur un minimo apprezzamento per la cultura medioevale.
Il professore fermò il mio dire con un “sei sicura?”, seguito da una breve precisazione, ma non si fermò, perché l’indomani mi consegnò un libro di – per me sconosciuto – Le Goff.
Mi si è aperto un mondo.
Chiaramente, io amavo la storia, da sempre. Credo che quest’amore sia nato con me e si sia accresciuto e sviluppato attraverso le narrazioni di mio nonno Tommaso, ma Le Goff mi ha insegnato a guardare la storia in un modo diverso, a interessarmi non tanto ai grandi, ai potenti, ai condottieri, ai letterati o ai filosofi ma, rovesciando l’ottica, a partire dalla vita dei semplici, a quella di tutti i giorni per capirne l’evoluzione, la cultura, la vita nel passato.
Questa è stata una delle più belle e interessanti lezioni, questo mi ha insegnato Le Goff.
Per questo, l’ho amato e ora lo piango.
È stato un gran maestro, un uomo speciale e tutti i suoi libri l’attestano. L’umanità si è arricchita del suo passaggio e le sue orme rimarranno impresse sulla sabbia del tempo.