Ultima modifica 24 Agosto 2020
“Tutte le cose esistenti sulla faccia della terra per poter conoscere un essere umano partono da fuori per andare dentro e capire chi siamo.
La medicina, la psicologia, l’astrologia sono tutte rappresentazioni della realtà che cercano di dirci chi siamo. La mappa non è il territorio: è una rappresentazione della realtà.
L’unica verità è il nostro gruppo sanguigno, l’unica cosa che siamo realmente”.
Per comprendere le parole di Andrea Ienca, lo ammetto, ci ho messo un po’.
E’ stato per puro caso che ho scoperto che il sangue è la base di tutto.
Dopo una semplice operazione al menisco il mio ginocchio non voleva saperne di sgonfiarsi e di farmi male. Ed è stato altrettanto per caso che ho deciso di non fare la terapia di prassi dal mio ortopedico ma di rivolgermi ad un fisioterapista fuori dalle righe: specializzato in respiro circolare, tecniche osteopatiche e PNL (Programmazione neuro linguistica), cintura nera di Karate, teosofo ed esperto di terapia verbale.
Quando ci siamo incontrati
per la prima volta mi ha chiesto di che gruppo sanguigno fossi.
E a 33 anni ho scoperto, leggendo la targhetta che da anni porto con me nel portafoglio, di essere AB positivo. Un gruppo sanguigno raro.
Ora vi chiederete, cosa c’entrava il gruppo sanguigno con il mio ginocchio.
Me lo sono chiesto anche io e ascoltando il mio fisioterapista non solo ho imparato tantissime cose ma ho ripreso a correre.
Ecco perchè voglio raccontarvi dei gruppi sanguigni.
“Ho scoperto dopo molti anni di lavoro che non riuscivo a curare tutti i miei pazienti – mi racconta Ienca -. Ho cominciato ad osservarli, basandomi su delle semplici ipotesi: li ho divisi in destrimani e mancini, classificati a seconda delle capacità intellettive.
Poi, tre anni fa l’illuminazione: ho cominciato a chiedere oltre all’età e alla data di nascita, il gruppo sanguigno di appartenenza. E ho scoperto che io, che sono 0 POSITIVO riesco ad aiutare, materialmente, solo gli RH POSITIVI.
Posso donare il sangue agli Rh positivi ma non ai negativi e la guarigione dei miei pazienti segue lo stesso schema”.
Ammetto che sia da difficile da seguire in prima lettura, quindi, vi spiego.
A scoprire i gruppi sanguigni fu K. Landsteiner nel 1901, tale scoperta che gli valse il Nobel per la Medicina nel 1930 permise la diffusione della trasfusione di sangue.
E proprio perché il sangue è un tessuto, la prima trasfusione si può considerare come il primo innesto di tessuto perfettamente riuscito nella storia della medicina.
“Nei quattro gruppi sanguigni scoperti da Lendsteiner, A, B, AB e 0, – mi spiega il fisioterapista -, c’è la base della conoscenza e il rapporto tra gli esseri umani segue la legge e i meccanismi della trasfusione.
Esistono 4 stagioni, 4 colori principali, 4 sensi materiali – e mi fa notare che il quinto senso, la vista, è l’unico immateriale -, così come esistono 4 gruppi sanguigni”.
Ricerche successive agli studi di Landsteiner misero in luce l’esistenza di altri antigeni.
Tra questi il più importante è il cosiddetto fattore Rh, un antigene scoperto intorno al 1940. La scoperta del fattore Rh fu resa possibile dagli studi condotti su un gruppo di macachi Rhesus, da cui derivò il nome Rh.
Indipendentemente dal gruppo sanguigno, l’antigene Rh può esserci o essere del tutto assente. Nel primo caso si parla di Rh positivo (Rh+), nel secondo di sangue Rh negativo (Rh-). “Il Rhesus negativo – mi fa notare Ienca -, è di fatto una mutazione genetica, significa che non ci dovrebbe essere”.
Parlare con il mio fisioterapista dei gruppi sanguigni è come essere travolti da un fiume in piena. E sempre grazie a lui ho scoperto che in realtà in Giappone si “legge” il gruppo sanguigno come noi italiani facciamo con l’oroscopo. Il “dimmi che gruppo sanguigno hai e ti dirò chi sei” in terra nipponica non fa strabuzzare gli occhi a nessuno. Nell’Arcipelago è convinzione comune che il gruppo sanguigno sia un attendibile indicatore della personalità e delle attitudini psicofisiche degli individui, e il ketsu-eki-gata (ketsuekigata), la “dottrina dei gruppi sanguigni”, riscuote molto più credito di ogni altra veneranda sapienza esoterica.
Mi piace, le percentuali sono sbagliate, anche se il disegno è carino… 😉 A=40%, O=40%, B=15%, AB=5% (Europa).
Caro Andrea, probabilmente ti riferisci alle percentuali della foto. Che è stata presa da un sito, credo americano…quindi le percentuali non corrispondono. Però sono immensamente felice che ti piaccia 🙂
Come ho avuto modo di scriverti sul link di questo tuo interessantissimo articolo sono da sempre convinta che niente venga per caso nella nostra vita e che basta essere sempre aperti e pronti a stupirsi ed ecco che la vita ci presenta nuovi terreni da esplorare.
Il sangue è un simbolo magnifico, nella sua semplice essenza è elemento alchemico completo di tutti gli elementi: è liquido (acqua), trasporta ossigeno (aria), contiene minerali (terra) ed ha il colore del fuoco.
Il sangue è in ogni cultura e in ogni tempo il simbolo stesso del flusso della vita, alcuni popoli neolitici dipingevano i corpi di ocra come segno di rinnovato vigore simulando il sangue.
Sangue è vita, vitalità, passione, potere e Amore.
Sangue è la ferita, il sacrificio e anche la rigenerazione è un primordiale simbolo di vita e di morte nel concetto duale proprio di tutti i simboli: il ciclo lunare di rigenerazione femminile, il Santo Graal e le ferite del “figlio di Dio”.
Nel suo duplice e meraviglioso valore il sangue scorre nel nostro corpo come fanno i fiumi sulla terra: come in alto, così in basso (come in cielo, così in terra) direbbero i vecchi saggi.
Osservando il nostro corpo e la natura stessa ci rendiamo conto di quante verità meravigliose abbiamo sotto gli occhi e non ce ne rendiamo piu’ conto, da parte mia ti ringrazio per avermi dato modo di soffermarmi anche a buttar giu’ questi collegamenti.
Ciao Alessia.
Ciao Laura,
grazie infinite per il tuo commento, molto bello, te ne sono grato, anche perché al mondo ci sono solo 4 persone che parlano di sangue anche dal punto di vista scientifico…
Ti abbraccio e, quando vorrai, ci sarò.. 😉
Carissima Laura, sono strabiliata dalla bellezza del tuo commento.
Da quando ho cominciato a interessarmi dei gruppi sanguigni mi sono resa conto, come giustamente scrivi tu, che niente venga per caso.
Guardo il mondo e la mia esistenza da un’altra prospettiva. 🙂
Grazie per le tue considerazioni. Grazie per aver dedicato del tempo all’ascolto del messaggio.
Internet è un mezzo veloce e spesso non abbiamo tempo di “ascoltare”, “accogliere”. Tu, hai semplicemente dimostrato il contrario. E per questo ti ringrazio.
a presto Laura
ciao Alessia,
ho ritagliato da un giornale medico preso nell’ambulatorio del mio paese un articolo che credo abbia attinenza. Come te lo invio?
Buongiorno Paola, puoi scrivere ad Alessia direttamente alla sua email : alessia.acanfora@lenuovemamme.it
Ciao Paola,
naturalmente Alessia mi ha girato il tuo articolo, grazie per questo tuo contributo, è molto bello.
Potresti dirmi qual’è il giornale che l’ha pubblicato?
Grazie ancora, Andrea.
Grazie Paola del prezioso suggerimento. Leggo l’articolo che mi hai inviato e ti rispondo! 🙂
Andrea, mi spiace non ricordo che giornale fosse. Era una rivista medica trovata nello studio del mio dottore. Gli ho chiesto se potevo prendere l’articolo ma non ho pensato a scrivermi il nome della rivista e la data. Mi era solo piaciuto l’articolo e l’ho conservato. La prossima volta sarò più efficiente.
Sono contenta sia piaciuto anche a voi.
Salve mi chiamo Nunzio Curigliano, sono calabrese ed appartengo al gruppo sanguigno 0 Rh positivo.