Ultima modifica 21 Aprile 2021

Pensavo che raccontare la mia vita fosse più semplice.

Sono nata 64 anni fa, e la mia infanzia è stata tutt’altro che facile. Mio padre lavorava all’estero e tornava a casa poche volte l’anno spesso in concomitanza con le festività natalizie, e qualche volta, quando riusciva, il giorno del mio compleanno. Ricordo mia madre che cercava sempre di trovare una giustificazione diversa per dirmi che papà non  sarebbe arrivato.

coraggio di cambiare

Mio padre e mia madre si volevano bene, ne sono certa. Ma nei miei ricordi sono presenti pochi baci, poche carezze.  E’ una cosa che mi ha sempre fatto pensare, e a cui ho continuato a pensare crescendo, quando non vedevo l’ora di vedere la mia compagna per riempirla di baci!

Eh si, compagna, perché l’altra metà della mia vita porta la gonna come me.

Ci ho provato, quando tutti mi continuavano a dire che la “normalità” era una coppia formata da maschio e femmina. Che se volevo avere una famiglia e vivere una vita “normale” dovevo trovarmi un uomo.  Mamma mia quante volte ho dovuto sentire la parola normale pronunciata solo da chi si voleva lavare la coscienza… senza sapere di fatto, il danno che mi stava creando con quello che mi stava dicendo.

Io ci ho provato, non so se per far felice mia mamma, la mia famiglia, evitare “brutte figure” o semplicemente per confermare a me stessa che non era la scelta giusta.

Ho cercato di costruirmi una famiglia insieme ad un uomo, gli ho voluto bene e lui ne voleva a me, ma eravamo due estranei. Nella vita, a letto, nelle uscite con gli amici. Dovevo fingere di essere una persona che in realtà non ero, dire, fare cose che non volevo fare.  Mi caricavo ogni volta che dovevo uscire e poi schiacciavo play, pronta per recitare la mia parte.

Poi un giorno il destino mi venne incontro.

Scoprii di aspettare un bambino, anzi una bambina. Ero felice, avevo voglia di urlare al mondo quello che stava succedendo dentro di me. Lo dissi al mio compagno, lui avvisò la madre e la mia vita iniziò ad andare a 100 all’ora.  Senza nemmeno sapere cosa ne pensassi, mamma e figlio avevano già programmato i mesi che stavo per vivere, matrimonio compreso.

No, questa cosa proprio non poteva andare avanti.

Che futuro avrei potuto avere?
Cosa avrei potuto offrire a mia figlia? E li cambiò per sempre la mia vita.

Decisi che io e mia figlia avremmo potuto cavarcela benissimo da sole, così ho lasciato tutto e tutti e mi sono trasferita. Ho continuato a lavorare, faccio la sarta per uno stilista fiorentino, e ho conosciuto la mia compagna proprio nel periodo in cui la mia pancia iniziava a crescere.

Tra noi si è instaurato un legame speciale, e quando mia figlia è nata, con lei, è iniziata la mia nuova vita.

Oggi vivo felice con la mia compagna, in una bellissima casa di campagna di due piani, dove al piano di sopra vivono mia figlia, attualmente al settimo mese di gravidanza, e il suo compagno.

Mia figlia è cresciuta sapendo tutto di me, ho passato delle nottate intere quando aveva 14 anni a parlare con lei, raccontandole le mie emozioni e quanto sia sbagliato dare certe cose per scontato. Il mondo non è scontato, non lo è la vita.

Ogni giorno ci riserva qualche cosa di nuovo, che ognuno di noi deve prendere e vivere al meglio!

 

1 COMMENT

  1. Che storia.
    Caspita… una storia dall’epilogo dolce, come è giusto che sia.
    E’ sicuramente difficile capire ciò che non è come noi, ciò che ci è sconosciuto… ma dobbiamo sempre fermarci e pensare che siamo tutti esseri umani, l’omosessualità non è una scelta, o una malattia, e quindi va semplicemente accettata. Esiste. Non si discute.

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