Ultima modifica 20 Aprile 2015
Ci hanno mostrato immagini di bimbi piccolissimi al lavoro per pochi, pochissimi denari per bisogno.
Ci hanno chiesto di non acquistare quei manufatti, a marchio occidentale, ma fabbricato dalle piccole mani.
E hanno parlato con sdegno delle compagnie di sfruttatori, con un misto di disprezzo e commiserazione di quei genitori costretti dalla fame a far lavorare i figli sin da piccolissimi e con simpatia e benevolenza di quei poveri bambini.
Ma hanno ripetuto che era una realtà lontana da noi, dal nostro mondo civile mondo occidentale che fa vivere si suoi bambini una vita migliore riservandone il tempo al gioco e allo studio.
Ma non è vero!
E non parlo di quei piccoli paria che chiedono l’elemosina o di quelli che, un po’ più grandi, lavano i parabrezza delle nostre automobili chiedendo pochi spiccioli, no parlo di quei bambini che in alcuni stati degli U.S.A. la dove si coltiva il tabacco, sono addetti alla raccolta delle loro foglie.
Eh si, perché nella civilissima America, almeno così si vanta, che pretende di impartire lezioni di civiltà al mondo, che interviene e ‘ mette il becco’ la dove ci sono soprusi ed emette condanne etico morali – e non nel suo sud dove un tempo erano gli schiavi a coltivare il cotone, ma in alcuni stati del nordest – è permesso ai bambini piccoli di lavorare.
È vero che negli States esiste una legge che vieta di adibire al lavoro minori di anni 14, ma questo non vale per gli addetti all’agricoltura ai quali detta legge non si applica, anzi ai grandi latifondisti è concesso di far lavorare bimbi di 12 anni, mentre per le imprese familiari non esiste limite e, quindi, possono lavorare bimbi molto più giovani.
Bimbi che lavorano per pochi centesimi quando e se vengono pagati, ma più frequentemente vengono ricompensati con un frugale pasto, certamente però subiscono danni, danni notevoli.
Si perché il tabacco è pericoloso non solo quando è fumato, poiché staccando le foglie, la nicotina che si libera dalla ferita, penetra nella pelle, mentre piccole particelle volatili si librano nell’aria e vengono respirate terminando il loro viaggio nei piccoli polmoni, dove si fermano ed iniziano a danneggiarli.
E pensare che negli U.S.A è persino vietato fumare all’aperto se non in rari luoghi dedicati, sono molto attenti a salvaguardare la salute dai pericoli del fumo, ma solo a quello, nessuno si preoccupa dei danni procurati dal tabacco.
Forse perché la sigaretta non danneggia solo chi la fuma, ma anche coloro che respirano l’aria da lei inquinata, mentre la nicotina delle foglie dei tabacco danneggia solo i piccoli che le raccolgono.
E loro sono pochi, nessuno o quasi ne ha studiato le conseguenze, sono in numero inferiore o più nascosti dei bambini thailandesi che cuciono i palloni, o, forse, la preoccupazione per i bimbi asiatici si limita alle parole, solo ed esclusivamente alle parole.
Ma alla salute dei loro bimbi di 12 anni e anche meno che soffrono a causa del tabacco non hanno dedicato nemmeno molte parole, perché, forse, era un problema piccolo, locale, forse negli States pensano che operare nell’agricoltura non sia un vero e proprio lavoro e tanto meno faticoso oche lavorare all’aria aperta non procuri danni.
Per questo, forse, non hanno esteso salvaguardie ai piccoli contadini, forse nessuno aveva accostato la nicotina ai problemi di salute che questi accusavano.
Ma qualcuno lo ha fatto, qualcuno ne ha studiato e verificato le cause e la notizia è arrivata sino a noi.
Che cosa farà ora la civilissima America?
Restiamo in attesa di notizie.
Mi sono documentata in proposito. C’è una legge che Obama sta cercando di far passare per denunciare e fermare questo abuso. Il problema è che le grandi lobby dei produttori di tabacco hanno le “mani in pasta” e impediscono che questa legge passi. Insieme ad altre. Obama è scomodo e si aspetta con ansia che finisca il mandato per mettere un repubblicano al suo posto… (non io, ovviamente).
Intanto sarebbe buona cosa se tutti i paesi facessero come gli USA che stanno vietando il fumo ovunque e vedere una persona con una sigaretta in mano è un evento che si nota.