Ultima modifica 20 Aprile 2015
La procura di Torino indaga, accusa e proibisce la somministrazione del medicamento stamina contestandone non solo l’efficacia, ma attribuendogli una vera e propria pericolosità ed il conseguente reato di truffa da parte dei suoi inventori.
La procura di Pesaro ne ha obbligato la somministrazione, da parte degli Spedali Riuniti di Brescia, ad un bimbo di 3 anni affetto dalla sindrome di Crab, a cui la cura era stata interrotta dalle ordinanze torinesi.
Due modi di intendere le cose, due operati in contrasto totale: chi ha torto? Chi ha ragione?
I genitori del bimbo affermano, così come altri, che il loro piccolo aveva dimostrato miglioramenti subito dopo la somministrazione della cura e hanno presentato istanza alla procura di Pesaro perché ne consentisse il proseguimento.
Qual è la verità? La realtà delle cose?
Sono solo speranze, che rifiutano di considerare vane?
Miglioramenti nelle condizioni di salute di quei bambini esistono solo negli occhi dei genitori, occhi che rifiutano di vedere la realtà e si aggrappano al sogno, all’illusione, vedono quello che non è, quello che si aspettano di vedere, quello che vorrebbero vedere, quello che si sforzano di vedere?
Quei piccoli miglioramenti, quei piccolissimi segni di lenta, lentissima ripresa ci sono veramente, sono reali?
E allora, malgrado la contrarietà della medicina ufficiale, malgrado i divieti, le indagini, le accuse più o meno infamanti, la negazione di qualsiasi efficacia, anzi la proclamazione del suo essere dannoso, quello che affermano non essere un farmaco, chiedono, urlano a gran voce il loro diritto alle cure, a quella cura, il loro diritto a provare, tentare l’impossibile, sperando in un miglioramento se non in una guarigione, di poter prolungare la vita attraverso il metodo stamina, l’unico metodo che abbia dato loro una speranza, contro l’impotenza della medicina ufficiale.
Cercano e trovano un magistrato che la pensa come loro, che accogliendo la loro richiesta impone la cura.
Il mondo scientifico insorge, grida allo scandalo, al reato, chiede la fine di quella che chiama una contesa tutta interna alla magistratura, chiede le dimissioni del ministro della Sanità, chiede l’intervento di quello della Giustizia.
Ma non sanno gli scienziati che la magistratura è libera e indipendente, non asservita in alcun modo al potere esecutivo, neppure se esercitato dai suoi più alti esponenti?
Solo il C.S.M., come organo interno alla magistratura può dire qualcosa in merito, ma può sconfessare una sentenza?
Può bloccare un’indagine?
Ma, continuo a chiedermi, chi ha ragione?
Certo se l’assunzione di stamina provoca danni gravi, se è veramente nociva per quei pazienti, se ne provoca, come alcuni asseriscono, una morte anticipata allora deve essere vietata, senza se e senza ma.
E devono essere prese misure necessarie ed immediate per impedirne una somministrazione, fosse persino una legge ad hoc.
Ma se questa sua nocività fosse solo un dubbio, un ostacolo al suo uso, in attesa di accertamenti, in attesa di conoscere un protocollo mai presentato, se il medoto stamina fosse solo un placebo?
Avremmo, avrebbero il diritto di togliere ogni speranza, ogni illusione a chi non ha speranze ufficiali, a chi sa che la scienza legale non ha risposte, a chi sa che non vedrà crescere il suo piccolo, a chi vede la morte dietro l’angolo, una morte dopo grandi sofferenze che crede, che sembra vengano mitigate, forse annullate…….forse………o è solo un’illusione, ma chi li può privare di ogni illusione?
Che fare? Cosa pensare? Ci sono risposte?
Io non ne ho.