Ultima modifica 20 Aprile 2015
È tornato prepotentemente alla ribalta, anche se non era mai scomparso del tutto.
Anzi, siamo stati informati, passo a passo, del percorso delle indagini, dei loro sviluppi, dell’individuazione del padre di ignoto 1, la persona ritenuta responsabile del delitto.
E si era a conoscenza delle ricerche, effettuate per il tramite del DNA, della madre dello stesso.
Il tutto sbandierato ai 4 venti, senza nulla nascondere, senza nulla tacere.
Poi, trovata la madre, è stato individuato e preso in custodia un figlio di questa, quello suo e del Guerinoni, ignoto 1, e ne è stato subito informato l ministro, che non ha esitato a comunicarlo agli italiani. Ma che diavolo ha twittato Alfano? Quale il senso e le parole delle sue diciarazioni?
Semplicemente che era stato individuato l’assassino della povera Yara, e che si congratulava con la magistratura e con le forze dell’ordine per aver raggiunto tale brillante risultato. Niente di più, niente di meno.
Aveva reso pubblico il nome e l’indirizzo dell’interessato? Oppure quello dei suoi parenti ed affini?
No, nemmeno un accenno. Aveva solo omesso di utilizzare il termine presunto, che sembra indispensabile sino alla condanna definitiva dopo le tre fasi di giudizio.
Ma al magistrato inquirente il suo intervento non è piaciuto. Forse si è sentito detronizzato? Forse voleva essere lui ha prendere, personalmente, il primo applauso? Ha focalizzato l’attenzione sull’omissione del termine presunto, sulla necessità di tempo, tempo indispensabile per formalizzare le accuse, tempo per ulteriori verifiche, tempo prima di diffondere le notizie, tempo per verificare se altri fossero coinvolti nel delitto, tempo per verificare l’implicazione di eventuali persone innocenti, ed è soprattutto su quest’ultimo punto che si fermata la sua attenzione e focalizzato il dibattito, trovando un colpevole in Alfano.
Ma in che modo lo stesso era stato informato?
Con trionfalismo? Con insistita prudenza? Con dubbi residui e con il suggerimento dell’inopportunità di divulgare la notizia?
Su questo nessuna notizia.
E poi, atteso che non è stato Alfano, chi ha informato i giornalisti del momento dell’arresto e di quello della traduzione in carcere?
Chi ha diffuso i suoi dati, chi ha rivelato il suo nome, il suo indirizzo e quelli dei suoi familiari?
Perché esistono foto e filmati dell’accaduto pubblicati e mostrati in tv. Chi è stato? Non certo Alfano.
Ed ora è inutile piangere sul latte versato, è inutile e controproducente additare un colpevole per assolversi, forse?
Qualcuno si era preoccupato delle conseguenze su eventuali familiari innocenti e all’oscuro dei fatti?
Forse qualcuno pensava che, morto il padre, la madre, se vivente, fosse single come single fosse lo stesso assassino?
Presunto, scusate.
Certo che la realtà ha superato la più buia delle fantasie.
Non solo la madre vive, ma è sposata da prima della nascita di quel figlio e della sua gemella.
Esiste quindi un uomo, il marito, che ha cresciuto quei due bimbi credendo fossero i suoi, non lo erano, non lo sono e lo ha scoperto nel peggiore dei modi.
Aveva sino all’altro ieri tre nipoti, che si suppone amasse e ora il destino glieli ha tolti, si ha un bel dire che anche se non naturali erano e sono figli del suo cuore, ma sono solo parole, la desolazione, l’amarezza, la rabbia verso il tradimento ed il silenzio durato tanti anni, sono i sentimenti che un uomo non può fare a meno di provare.
E quella sorella gemella che si vede privare di un padre e contestualmente conosce l’abisso nel quale vive il fratello?
E quel fratello che solo ora viene a sapere di avere in comune con i gemelli solo la madre?
È una tragedia nella tragedia che vivrà soprattutto nell’animo e nella vita di quella moglie che ha diviso la sua vita con……..e i bambini? I figli di quello che presumibilmente è un assassino, un turpe assassino?
Uno che ha lasciato una ragazzina di 13 anni ferita in un campo, al freddo, in una notte invernale a morire lentamente, dissanguata, dopo aver tentato, invano, di stuprarla? È la tragedia degli innocenti, guardati con sospetto, allontanati da tutti perché figli del mostro, senza alcuna colpa, loro che sono vittime, vittime di tale padre!
È vero, non bisognerebbe dare in pasto ai media certe notizie, la gente, il popolo non ha il diritto di sapere tutto, solo il necessario, solo l’indispensabile. Ma è molto difficile perché il processo è pubblico e allora si conoscerebbe il viso, il nome……..tutto quello che gli concerne, e i giornali e le tv li pubblicherebbero in prima pagina, insistentemente, e allora?
Sarebbe, forse, l’ora di ripensare alla pubblicità che viene data a questi ed altri episodi, se gridare guai all’untore è giusto, salvaguardare gli innocenti dovrebbe essere il nostro primo pensiero.