Ultima modifica 20 Aprile 2015
Alfano lo ha definito un rituale ributtante, ma è una definizione riduttiva e non sufficientemente descrittiva della gravità dei fatti. E non ha preso alcun provvedimento contro gli amministratori locali che sono stati perlomeno conniventi. Gli unici ad uscirne con onore, quello vero, sono stati i carabinieri. Tutti gli altri, ripeto tutti, sono l’ esempio lampante di come possono ridursi le persone che nascono e vivono in un ambiente malavitoso. La ‘ndrangheta permea tutto e tutti, almeno in quel paese, ed è difficile, forse, liberarsi dal giogo, soprattutto se non se ne ha la volontà.E così, tutti d’accordo, o almeno conniventi, il fattaccio si è compiuto.
È un giorno di festa, una festa religiosa, importante per il paese, la processione si snoda per le vie, uomini portano sulle spalle la statua della Madonna delle Grazie. C’è la banda, il sindaco e i membri di Giunta, molti consiglieri, i vigili urbani, i carabinieri ed i sacerdoti. La processione si ferma davanti ad una abitazione, gli uomini calano la statua nel classico inchino, i visi rivolti verso quella casa. In un omaggio muto e ossequiente al capo ndrangheta che vi risiede, 1 minuto di sosta e di silenzio, poi la processione riprende.
Ma senza i carabinieri. Loro si sono sfilati, contrariati e offesi, e abbandonano la processione non senza aver prima annotato i nomi dei portatori e di chi ha dato l’alt. Ma nessun altro si dissocia, anzi. A parte il gesto e la presa di posizione dei carabinieri con la conseguente apertura di indagini, sono state sprecate solo parole, parole, parole. Il gesto della gente di Oppido Mamertina, Calabria, è molto significativo.
Si perché in quella casa, ristretto agli arresti domiciliari, vive un uomo di 82 anni, un ergastolano condannato definitivamente, il capo dei capi locali, un uomo che si è macchiato di molti , turpi delitti. un uomo che godeva di un grande potere, che usava ed abusava, teneva soggiogati tutti gli altri esseri umani, aveva ed ha un potere assoluto di vita e di morte su i suoi concittadini con il ricatto, la violenza, le minacce, l’usura e fianco con l’assassinio.
Ma per la sua età avanzata, per i suoi problemi di salute è stato scarcerato ed è ritornato a vivere al paesello, continuando a comandare e a pretendere.
Per questo, per persone come lui, il Papa ha pronunciato quelle dure parole , li ha definiti come l’ essenza del male ed è giunto alla scomunica. Parole pronunciate solo pochi giorni prima del 2 luglio, festa della Madonna delle Grazie. E subito la gente di Oppido Mamertima ha voluto testimoniare, in maniera plateale, il suo dissenso dalle parole del Papa, ha evidenziato chiaramente che nulla in loro era cambiato che il capomafia aveva il loro completo rispetto e il loro ossequio. E il sindaco, e la Giunta persino i sacerdoti che sfilavano in processione hanno condiviso o, almeno accettato, l’omaggio al boss.
Hanno dimostrato con i fatti se non con le parole, di non tener minimamente conto delle parole del Papa, e che loro continuavano a riconoscere nell’ergastolani il boss, il capo. Ma se questo dissenso non è grave negli amministratori di uno stato laico è inverosimile in un membro della chiesa. Mi aspettavo più che una reprimenda., che comunque non ho sentito, da parte del Papa, ma non è ancora accaduto nulla. E l’ergastolano è sempre li, nella sua casa.
Alle parole seguiranno dei fatti? Fatti immediati, o finirà tutto a tarallucci e vino?
vergogna per la popolazione e soprattutto i sacerdoti,plauso x i carabinieri,ma mi sa che non cambia nulla