Ultima modifica 20 Aprile 2015
Laggiù, all’orizzonte, tra l’Elba e la Corsica – che sono là, lo so, anche se si vedono solamente nelle limpide mattinate invernali – è comparsa la sagoma di quella che fu una delle grandi navi bianche della flotta Costa. Si intravede anche la nave, più piccola, che la precede e che ne indica la via, ma non ancora i rimorchiatori che la trainano. Che differenza da quella volta… Ricordo…ricordo…una bellissima, grandiosa nave che, partita dal cantiere, arrivava a Savona, suo home port, sfoggiando tutto il suo splendore.
Sfilò maestosa per tutta la strada, raggiunta e scortata da rimorchiatori che l’accoglievano lanciando, alti sul mare, i rituali getti d’acqua, mentre le sirene di tutte le navi lanciavano il loro saluto, accompagnate dallo scampanio festoso della Campanassa, l’antico simbolo del libero comune di Savona. Era un giorno di festa, tutte le navi, Concordia compresa, innalzavano il gran pavese…
Da allora quante volte l’ho vista arrivare e ripartire con il suo carico di croceristi festosi, quanti lampi dei flash comparivano sulle sue fiancate, quanto era bella al sole e quanto bella di notte con lo scintillio di tutte le sue luci……..
Ma una mattina non arrivò, non era attesa, la notizia si era già sparsa. La Concordia giaceva, rovesciata su di un fianco, sul fondale dell’isola del Giglio, dopo aver urtato contro uno scoglio, dopo essersi procurata una grave ferita che aveva spento i suoi motori. Era stata la follia, l’imperizia o la leggerezza di un uomo, il suo comandante, ad aver sottovalutato i pericoli, ad aver mal disegnato la rotta, ad essersi avvicinato troppo all’isola destinataria dell’usuale inchino?
Ora la nave era là, dei suoi più di quattromila tra passeggeri ed equipaggio 33 avevano perso la vita, gli altri avevano raggiunto la terra dove erano stati accolti e confortati dagli abitanti dell’isola, non dal loro comandante, però, che, dopo aver tergiversato e aspettato a dare l’abbandonare la nave era, poverino, scivolato in mare, con il suo secondo, ma non nell’acqua! Noo, il poverino era scivolato direttamente su di una scialuppa e dagli scogli dove era approdato, guardava il disastro senza muovere un dito!
Poi, piano, piano, il lavoro e l’ingegno umano hanno fatto ritornare diritta la nave, non più bella e bianca, ma ferita e rugginosa, poi la hanno riportata in alto, con l’aiuto di cassoni-salvagente e, finalmente pronta la nave ha iniziato il suo ultimo viaggio, verso quel cantiere lontano, là dove era nata, la dove la smantelleranno fin che di lei non resterà traccia. Non un cimelio, non un ricordo. Completamente distrutta e riciclata in ogni sua parte, per preciso volere del suo armatore. Anche se, al Giglio, già si pensa ad un museo, ad un luogo dove raccogliere fotografie e quant’altro possa ricordare il soggiorno obbligato della Concordia nelle sue acque.
Oggi si inneggia alla capacità umana, all’impegno che ha reso possibile quello che molti considerano quasi un miracolo, chi poteva immaginare che realmente quel rottame rovesciato che giaceva senza vita sarebbe potuto riemergere? Oggi qualcuno pensa che cancellando la nave verrebbe cancellata anche la pochezza di quell’uomo, di quel comandante che per paura, per debolezza o per incompetenza ha causato quel disastro.
Ma i morti non potranno essere cancellati, come non potrà essere cancellata la consapevolezza di quel marinaio che, dopo aver aiutato dei passeggeri, è scomparso nelle acque del Giglio, e di lui non si è ancora ritrovato il corpo.
Ma Schettino non ha neppure un bricciolo di rimorso, ha osato asserire che la Concordia avrebbe superato senza problemi il suo ultimo viaggio e, proprio in questi giorni, si è fatto fotografare in un party di vip all’isola d’Ischia!
La Concordia ormai ha quasi raggiunto Genova, il molo dove inizieranno a smantellarla…è quasi alla fine del suo ultimo viaggio!