Ultima modifica 20 Giugno 2019
L’estate stenta a partire (ed ormai ciò che è fatto è fatto visto che siamo già alla fine di agosto) e gli operatori turistici tirano le somme: la stagione è andata male, malissimo, specialmente al Nord Italia, dove sembra che l’estate non ci sia proprio stata.
Alcuni sindaci di alcune località turistiche (come il Sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti, la cui proposta si può leggere qui) sono state così flagellate dal maltempo che hanno addirittura proposto di prolungare le vacanze scolastiche fino al 1 ottobre, sperando in un mese di bel tempo e qualche giorno in più di mare.
Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha risposto, per la cronaca, di no, soprattutto perché il calendario scolastico è già stato fissato e posticipare l’inizio delle lezioni farebbe rischiare di saltare i canonici 200 giorni di lezione e di rendere quindi invalido l’anno scolastico 2014 – 2015.
La mia opinione da insegnante:
Nonostante io non sia totalmente chiusa e contraria ad una revisione del calendario e delle vacanze scolastiche, dopo opportune modifiche e cambiamenti,specialmente per ciò che concerne l’edilizia scolastica (vedi mio articolo Scuola aperta per ferie), non mi piace che la scuola venga dopo alle esigenze di altri e, in questo caso, a quelle degli operatori turistici che, per carità, hanno tutto il diritto di lavorare e di lamentarsi per una stagione che è stata crudele con loro, ma la scuola non può essere un intralcio da spostare a nostro piacimento.
La scuola è educazione ed apprendimento e deve essere organizzata per tutelare al meglio l’alunno. Una pausa estiva lunga fa rinvigorire i bambini ma sicuramente li rilassa e li distoglie dal lavoro che si fa tutto l’anno. Perdono il ritmo, anche se hanno completato interamente il loro libro delle vacanze. Ecco perché la prima settimana dopo l’inizio delle lezioni si riparte in maniera abbastanza soft (mi riferisco soprattutto alla scuola primaria dove insegno) e si fatica un po’. E non è facile, per qualcuno è necessario tutto il mese di settembre.
Sostegno da sempre, poi, che il primo quadrimestre (soprattutto fino alle vacanze di Natale) è quello in cui si lavora e si rende di più, sia perché i bambini sono meno stanchi sia perché i mesi sono continuativi e non intervallati da ponti e ponticelli (pensiamo ai mesi di marzo, aprile e maggio: tra Pasqua e le festività civili la scuola viene aperta e chiusa almeno tre volte … sempre che non ci siano anche nuove elezioni e referendum e il plesso sia seggio!).
Aprire la scuola ad ottobre significherebbe ripartire veramente tutti almeno quindici giorni dopo … si perderebbe del tempo prezioso che, a mio parere, non andrebbe sprecato.
La mia opinione da mamma:
Purtroppo spesso si parla e si fanno riforme senza pensare alle esigenze delle famiglie. Qualcuno, parlando di questa proposta, sosteneva che “ai loro tempi la scuola si apriva il 1 Ottobre” ma tanti anni fa forse non c’era neanche bisogno di lavorare in due per tirare avanti la famiglia e i nonni potevano andare in pensione relativamente giovani ed in forze per badare tranquillamente ai loro nipoti.
Oggi le cose sono cambiate: i genitori lavorano entrambi perché i soldi non bastano mai e i nonni, spesso e volentieri, sono ancora al lavoro. Come si può pensare di dare ad una famiglia un ulteriore mese di “buco” dove non si sa a chi lasciare i figli? Alcune mamme bramano l’inizio della scuola e, anche se so che spesso questo atteggiamento non è corretto, le capisco.
Vogliamo, prima di fare riforme valutare, finalmente, ciò che abbiamo intorno? Vogliamo valutare le esigenze delle famiglie e soprattutto degli alunni e del loro apprendimento prima di parlare? Questo porterebbe a fare delle scelte sensate e magari a risolvere anche qualche problema.