Ultima modifica 20 Aprile 2015
Il PIL è sceso per il secondo trimestre consecutivo, la disoccupazione aumenta, l’ISTAT conferma che i prezzi sono in continua discesa: siamo in deflazione.
Oggi, venerdì 29 agosto, il Consiglio dei Ministri dovrebbe – e sottolineo dovrebbe – prendere quei provvedimenti tanto annunciati che, rivoltando l’Italia come un calzino, ci permetterebbero di uscire, finalmente, dalla recessione. Questo almeno ci hanno detto i nostri media e soprattutto il nostro esimio Presidente del Consiglio.
Ma torniamo all’inizio dell’anno quando la stessa ISTAT ci segnalava un leggerissimo aumento del nostro pil, infinitesimale, non risolutivo, è vero, ma comunque rappresentava, forse, un piccolo bagliore di luce in fondo al tunnel in cui si trovava la nostra economia. Troppo debole e lento il procedere del governo Letta? Forse, ma… Qualcosa si era mosso, ma questo non bastava, non è bastato all’allora segretario del PD, che scalpitava impaziente di assumere quell’incarico, di provvedere lui stesso alla ripresa dell’italico cammino e allora…
Defenestrato il lento Letta, dall’oggi al domani, il neopremier dichiarava a destra e a manca che lui avrebbe proceduto con velocità inusitata alla realizzazione delle riforme indispensabili per uscire dal pantano in cui i suoi predecessori avevano fatto precipitare il nostro paese e dettava il calendario con cui le stesse sarebbero state approvate. Ad onor del vero non ha mai parlato di quando sarebbero state applicate! Una riforma al mese, così che entro giugno 2014 tutto, o quasi, si sarebbe compiuto! Forse non aveva idea dei problemi da superare, forse la sua era solo ingenuità, mancanza di esperienza e non incapacità, certo non gli mancavano appeal e loquacità, certo sapeva come attirare l’attenzione della gente, certo sapeva vendersi bene, ma…
Dalle parole non è mai passato ai fatti, a meno che nei fatti non si vogliano comprendere quella, solo parziale, approvazione della nuova ( forse) legge elettorale o quel indescrivibile pasticcio ( che comunque ha bisogno di altri 3 passaggi parlamentari) che è la riforma del Senato, per non parlare della cancellazione delle Province. Quest’ ultima riforma non ha nemmeno iniziato il suo iter parlamentare, iter che richiede 4 passaggi in parlamento atteso che le province sono una istituzione costituzionale.
Ah, dimenticavo i famosi 80 euro di cui il nostro premier si riempie la bocca, che non hanno risolto nulla, che non hanno ottenuto lo scopo per cui sono stati regalati ad una parte di noi e che, sempre a detta di Renzi, sarebbero stati usati, che so io, per mangiare una pizza in più o per un acquisto dilazionato in attesa di tempi migliori, comunque spesi! Dimenticava, magari volutamente, che di li a poco sarebbero cadute sulle spalle degli italiani le nuove tasse sulla casa, che pochi hanno potuto conoscere nei tempi previsti e che altri ne stanno ancora aspettando la definizione, in questo caso mi chiedo come qualcuno potrebbe pensare di spendere in frivolezze quegli 80 euro per poi non essere, magari, in grado di pagare le tasse con le relative conseguenze? Se lo è chiesto anche lui?
C’è un’ altra cosa che mi indigna profondamente, badate bene che non sono una fan di Letta, ma l’ingiustizia non mi piace. Letta è stato esautorato con prepotenza inverosimile solo perché era lento?Solo perché non aveva dato un taglio deciso al suo procedere?Chiediamoci quanto tempo aveva avuto per cambiare le cose? Sei, sette mesi? Ferie comprese?Lo spread era sceso, il pil aveva dato modestissimi segnali di ripresa, ma li aveva dati. E Renzi? Sta governando per sette mesi, lo stesso periodo di Letta e cos’è successo?Lo spread è sceso, il pil pure ma siamo caduti in recessione!Meraviglioso risultato!
Oggi venerdì 29 agosto si riunisce il Consiglio dei Ministri, ma non si parlerà della tanto annunciata riforma della scuola, perché deve essere partecipata e non perché mancano i fondi. Parleranno, forse, della riforma della giustizia, per decreto?E di alcuni lavori già finanziati da i passati governi o dai fondi europei, perché non c’è una lira – Pardon, euro? Luglio è passato e, come ho detto, senza provvedimenti degni di nota quando invece si sarebbe dovuto risolvere tutto, ora ha cambiato idea: non di 6 mesi, ha bisogno di 1000 giorni per attuare le sue riforme!
Cosa darei per conoscere quello che quei grandi cervelli riusciranno a partorire per cavare il così detto ragno dal buco, nulla di buono per noi, temo. E non è solo timore, è vera, reale paura!