Ultima modifica 17 Giugno 2023

Rullano sui marciapiedi.
Sembra di stare alla stazione Termini.

No, siamo davanti alla scuola e sono i trolley, quei mezzi di trasporto-libri, che vengono trascinati dai bambini.
Ce ne sono molti e, sicuramente, vengono acquistati dai genitori con lo scopo di non appesantire le spalle dei bambini. Quindi il fine è  buono.

Ci sono però delle controindicazioni che valgono soprattutto per bambini fino agli 8-9 anni.

Zaino, Trolley, o tracolla

Zaino. Parliamo del peso.

Dall’‘Ospedale Bambin Gesù, il 24 settembre, è partito un comunicato stampa che rende partecipi insegnanti e genitori del fatto che 20-30 minuti di zaino al giorno, con un peso ragionevole, non comprometterebbero la salute della schiena di bambini e ragazzi.

Dal momento che non ho mai pensato di acquistare un trolley per i motivi che poi vi dirò, la notizia mi ha sollevato.

Scegliere uno zaino leggero (quello di mia figlia pesa, vuoto, 300 g ed ha persino le spalle rinforzate) è fondamentale.

Consideriamo poi che il peso sulla schiena, soprattutto nei primi tre anni della scuola primaria, non è così grande come si può pensare, perché in generale,  libri, quaderni e astuccio  si tengono intorno ai 3 kg.

Bisogna certo evitare astucci ingombranti o eccessivamente pieni e altri oggetti che potrebbero restare allegramente a casa.

Anche  controllare attentamente l’orario del giorno successivo, in funzione dell’alleggerimento, fa la sua simpatica parte.

Considerato ciò, pensiamo che  il meccanismo di un trolley, per quanto leggero, aggiunge sempre un peso maggiore rispetto ad uno zaino normale e che quindi, portato a spalla… sfianca un attimino in più.

trolley

Ma parliamo ora della praticità.

L’inconveniente causa-trolley che capita spessissimo a scuola e del quale si accorgono soprattutto gli insegnanti di bambini sotto i 9 anni (ma gli altri, pur essendo più grandi e attenti, non ne sono esenti) è il famoso “Inciampo”.

I bambini che hanno il trolley, avendo una logica semplice e diretta, tendono ad usarlo per quel che è: un trolley.

Quindi si tirano sapientemente il manico fino in fondo ed essendo ancora “dolcissimi nanetti”, in fila, lo trascinano… occupando 1 metro e mezzo di spazio.
Ed è in questo momento, complice la fila che tiene i bambini a coppia, per mano e a una distanza solita di circa 30/50cm dal successivo, che si creano gli incidenti che ti tolgono quell’anno e mezzo di vita. Credete. 

I fatti  che vanno considerati:

1. i bambini hanno una manina sul manico e l’altra al compagno: se cadono hanno poca prontezza per riprendersi dovendo mollare due appigli diversi contemporaneamente;

2. i bambini, che tendono a sviluppare il manico in tutta la lunghezza, sono ancora piccoli, per cui il trolley diventa il rimorchio di un autotreno che toglie al compagno che segue un riferimento ad altezza visiva per mantenere la distanza dal precedente.

3. non vi sto a dire cosa significa scendere due rampe (quando va bene) di scale con 3-4-10 trolley nel pieno del vigore della loro rumorosità, che, oltre ai problemi sopracitati, sbatacchiano ad ogni gradino.

Certo, se un bambino deve fare almeno mezzo chilometro di strada a piedi ogni giorno, ne riconosco l’utilità. Ma altrimenti no.

Poi l’altro giorno, parlando con alcune colleghe, vedo postata una foto di borse a tracolla e, chiedendo il permesso, la riporto qui sotto.

Alcune mamme di una classe seconda di una scuola che non conosco hanno deciso di cucire delle tracolle per i loro bambini che sembrano resistenti e pratiche, oltre che poco dispendiose e simpatiche.
Ho apprezzato tanto l’idea anche perché, in seconda sede, smorza la competizione e tiene lontani i bambini da quei girotondi di agosto/settembre nei supermercati.

Almeno per lo zaino/trolley/valigia.

E chissà che non ispiri qualcun altro.

Volevo fare l’archeologa… invece sono moglie, mamma, sorella e maestra e per me è più che sufficiente, anzi, ottimo. Sono una donna “orgogliosamente media”, ma decisamente realizzata, che non si annoia neanche un po’…

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