Ultima modifica 24 Giugno 2021

Decidere di sposarsi, solitamente, è un processo dalla lunga gestazione.

Si parte dal “però, codesto ometto sembra a modino, non mi dispiacerebbe svegliarmici accanto con tutti i capelli arruffati e la fiatella mattutina per tutto il resto della vita” e passa per la sopravvivenza a tutti i matrimoni dei vostri amici in cui, da non si sa bene dove, spunta sempre il parente anziano (vostro, mica degli sposi) a dirvi “eeeeh?
I prossimi siete voi, eeeeeh?” con tono di minaccia.

Che poi, simpatico parente anziano… non è che io vada ai funerali e ti sbatto una pacca sulla spalla dicendoti  “eeeeh? Il prossimo sei te, eeeeh?!”; sarebbe quantomeno cortese fare altrettanto con me. Eh.

E comunque, si decide.

Che sia una decisione comune, molto razionale, o che ci sia la richiesta in grande stile all’americana, con lui in ginocchio e tu che balbetti frasi senza senso piangendo a bocca aperta (che a Julia Roberts viene tanto carino, chissà perché a me no), … o che ti dica “se vuoi sposarmi devi chiedermelo tu” (noto stile “hai voluto la parità? E ora pedala!”)  ancora che ti dica che ti vuole sposare mentre guardate i lampadari in un grande magazzino a Dresda (l’ha fatto mio marito. E lo amo molto anche per questo) il fatto resta uno: è deciso, vi sposerete.

Improvvisamente, tutti quelli che vi dicevano “e dai, sposati” “e dai, sistemati” (non intendendo “pettinati”, una volta tanto) cominceranno a dirvi “ma perché ti sposi? Ma di questi tempi ancora vuoi sposarti? Ma non ci sono soldi… ma tanto è uguale… si buttano un sacco di soldi… prima con la festa, poi con gli avvocati” (ma le frasi tipo “tanti auguri, felicitazioni” non si usano più?!).

Dice: ma un giorno smetteranno di farsi i fatti miei sul matrimonio?

Eh, come no. Poi passano ai figli: e quando ne fai uno, e quando ne fai un altro, e adesso ci vuole la femminuccia, e adesso però basta, tre sono tanti.

Ma voi resistete. Siate stoiche. Ce la potete fa’.

Resisterete, ve lo giuro, anche a tutti i preparativi. L’importante è non trasformarsi in bridezilla, ovvero quell’entità mitologica metà sposa (bride) e metà godzilla.

Quelle, per intenderci che, dal momento in cui decidono di sposarsi, nell’ordine:

  • Smettono  di frequentare le amiche, specie quelle single. D’altro canto, loro erano solo un diversivo. Ora che la vita ha finalmente uno scopo (il giorno del matrimonio, la cerimonia e la festa) queste inutili distrazioni tipo “i problemi delle mie amiche” sono del tutto inutili. Via. Pulizia.
  • Una volta che una persona (un’amica sopravvissuta, un parente incauto, il controllore del treno, troppo solerte…) s’avvicina, attaccano onanismi di circa un’ora sull’annoso tema “il nastrino delle bomboniere deve o meno coordinarsi con i fiori del bouquet?” o, peggio “e se quel giorno mi venissero le rosse?” (che non sono irlandesi. Sono le mestruazioni, in bridezillese)
  • Vanno in crisi isterica al solo pensiero che un’invitata qualsiasi (no, ma che qualsiasi: una parente del marito, diciamo le cose come stanno) indossi un abito chiaro, vagamente tendente al crema
  • Apprendono istantaneamente tutte le sfumature di colore presente nell’area del bianco: ghiaccio, champagne, crema, avorio. Come dite? Sempre bianco è?! Povere inette daltoniche.

Si può non diventare bridezille.  Anzi, direi che si deve.
Io ho provato a farlo con un po’ di ironia, e spero di accompagnarvi nel tentativo di sanità mentale, raccontandovi quello che ho visto e vissuto rispetto a questo argomento.
Sì perché oltre ad essermi sposata (con corso prematrimoniale di nove-mesi-nove, sarta despota, mamma wedding planner, amica Santasubito che mi riportava coi piedi per terra) io ho tenuto corsi prematrimoniali per cinque intensi anni (un centinaio di coppie…).
Ooooh se ne ho viste. Ooooh sì. Oooh sì.

Quindi posso darvi delle dritte. Dirvi cosa evitare.

Parlarvi dei regali di nozze, no, non è una buona idea scrivere sulla copertina delle partecipazioni “che mi daresti i soldi per il biglietto del treno?” e no, non  pare ci sia modo di evitare di ricevere chilate di cornici d’argento.

Potrei narrarvi, per esempio,  dell’importanza di dare una lista dettagliatissima di brani da mettere nel video di matrimonio: il mio si apre con “my immortal” degli evanescence, che parla di un amore finito perché lui muore. Dannato videooperatore.
E il fotografo, senza battere ciglio: “vabbè, ma lo capisci solo tu, che parli inglese”

E d’altro canto chi sono io? La sposa!

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

9 COMMENTS

  1. Cara Dabogirl hai toccato un nervo scoperto!!!
    Io non parlo da sposa.. ma da amica di una cara amica che sta per sposarsi.. l’organizzazione del suo matrimonio è “ai confini della realtà” e noi… piccole sciagurate amiche … stiamo facendo i salti mortali!! ( Ci sto scrivendo da un pò tanto di racconto a puntate!!)

    • Tieni duro Silvietta! Tieni duro!!
      E soprattutto, se riesci, tieni ancorata alla realtà la cadra amica. Prima che vi chieda di lavare il riso che “se no macchia il vestito dello sposo”

  2. Eheheh metto una mano sulla coscienza e devo ammettere che anche io faccio parte di quelle che quando sentono che qualcuno si deve sposare inizio “mmhhh… ma peeerché??” e poi passo al “e i figli??” sempre lì a fare commenti e domandare le solite banalità 😛
    Articolo molto simpatico, uno specchio di autocritica 🙂

  3. Ma e’ divertentissimo!! Dabogirl ovviamente ci delizierai con delle chicche sui corsi prematrimoniali, vero?
    Intanto ti racconto la mia: il giorno in cui prendemmo accordi con il ristorante per il ricevimento la proprietaria ci disse che avremmo potuto scegliere se avere gratis la macchina o la musica. Scegliemmo la musica e chiedemmo ad un ragazzo che suonava saltuariamente in quel ristorante. Faceva musica jazz, era bravissimo. Venne a casa, parlammo della scaletta, prendemmo accordi e poi al momento di parlare di soldi facemmo presente questa offerta della proprietaria e lui ci disse che ne avrebbe parlato con lei. Errore nostro non informarci piu’.
    Dopo il si’ e le foto di rito arriviamo al ristorante e ovviamente al posto del jazzista c’e’ il tipico pianolista da matrimoni 😀 che comincia ad intonare tipo Tintarella di luna e Ma che ce frega ma che ce importa. Ero verde di rabbia. Ma quando attacca con Uomini soli non ci vedo piu’, faccio per andare da lui ma mia sorella mi precede urlandogli: ma si puo’ cantare Uomini soli ad un matrimonio?? E poi tu qui non dovevi nemmeno esserci!! :DD

  4. “my immortal” degli evanescence come apertura del video del matrimonio penso sia davvero inarrivabile! 😀

    Dabogirl, sia benedetto il giorno che la Dottoressa P. ti chiese di leggerle il giornale e sei entrata a scintillare nelle nostre altrimenti polverose esistenze! 😉

  5. oddio i matrimoni..noi altri ci abbiamo impiegato 10 anni per il rito civile e poi ancora 3 per quello religioso!! il primo abbiamo fatto lo sforzo di dirlo ai nostri genitori..poi con calma e quando un po’ di soldini erano lì in trepidante attesa abbiamo fatto il resto.. con tanto di festa e viaggetto (con pargolo di 3 anni al seguito!!), il matrimonio è stato bellissimo niente corso pre matrimoniale , avevamo un prete troppo avanti come teorie..credo che sia andato tutto bene perchè abbiamo f atto tutto io e maritozzo niente amici impiccioni, madri comari..poi un giorno ti racconterò nel dettaglio!

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