Ultima modifica 15 Luglio 2019
Ultimamente i quotidiani non fanno altro che parlare di maestri ed insegnanti che si trasformano in veri e propri mostri e carnefici dei nostri figli. Il caso di Barletta dell’insegnante di scuola materna che picchiava i suoi bambini è solo l’ultimo di una serie di casi mediatici che ha tra i protagonisti degli insegnanti che sembrano “impazzire” e mostrare una faccia feroce nei confronti dei piccoli alunni. Da insegnante e mamma questi fatti mi sconvolgono ancora di più.
Sono sincera: da insegnante spesso non ci credo o quantomeno non voglio crederci e spero che siano solo dei genitori ansiosi a vedere nel pianto di un bambino che non vuole andare a scuola, dovuto magari a stanchezza, maltrattamenti o violenze. Vedendo però i filmati, che la televisione non si risparmia a mandare in onda, di bambini strattonati o presi per un braccio dalle insegnanti mi ricredo e rimango sgomenta … può un insegnante arrivare a tanto? Può davvero trasformarsi in un mostro del genere ed entrare a scuola?
Inutile che da mamma non faccio alcun tipo di ragionamento del genere ed anche io mi chiedo se è accaduto qualcosa di strano in classe quando mia figlia ritorna a casa un po’ più mogia del solito o se il giorno dopo mi attacca un capriccio per non andare a scuola.
Come prima cosa dovremmo imparare a considerare il mestiere di insegnante come mestiere usurante. Basta il pregiudizio italico dell’insegnante come categoria protetta che lavora solo la mattina e che ha tre mesi di ferie (e questo non è differente anche all’interno delle diverse categorie di docenti all’interno dei vari gradi scuola). Quattro ore di insegnamento in una classe di bimbi piccoli (ma anche di adolescenti) è faticoso ed usura il cervello e questo è un fatto.
Per questo, da insegnanti ma soprattutto da genitori, dovremmo opporci ai continui tagli alla scuola, alla diminuzione delle compresenze, alle classi “pollaio” con un numero sempre maggiore di alunni o addirittura alle supplenze fatte dagli stessi docenti titolari. Perché il risparmio economico va ad incidere sulla qualità dell’insegnamento a discapito dei nostri figli.
Chiunque è stato in classe (parlo per la primaria ma credo sia lo stesso anche per gli altri ordini di scuola) e non è insegnante si rende conto di quanto sia difficile lavorare. E’ secondo me il lavoro più bello del mondo ma guai a dire che non sia dura.
I bambini ormai entrano in classe con un carico di problemi, ansie e fragilità enormi. I genitori (non tutti, per carità) fanno la voce grossa, pretendono dagli altri anche la propria responsabilità educativa. L’insegnante non gode più dell’autorevolezza di prima e deve costantemente discolparsi anche di colpe che non ha, sistema più simile all’Inquisizione che non al Diritto Romano, come viene enunciato nella lettera pubblicata oggi da Orizzonte Scuola a favore dell’istituzione delle telecamere a scuola.
Personalmente non credo sia la soluzione la telecamera a scuola perché la violenza spesso non è solo fisica ma anche verbale. E non mi piace neanche una “diretta” streaming con i genitori su ciò che succede in classe perché ci sarebbe un viavai infinito di genitori pronti a dare consigli e “suggerimenti” sulla modalità didattiche di affrontare un argomento o l’altro anche se lo trovo utile per visionare dei filmati se invece c’è il sospetto di qualcosa di strano (come avviene nelle banche o nei supermercati, anche se basterebbe semplicemente tenere la porta aperta dell’aula per essere in continuazione sotto il controllo di tutti…)-
Risolviamo però il problema alla radice e perché accade questo. Non solo per garantire un buon servizio alla categoria docente ma anche per tutelare i nostri figli e la qualità dell’educazione e dell’apprendimento.
Arianna Simonetti
Sono pienamente d’accordo sul fatto che dovremmo opporci al continuo taglio di fondi per la scuola e alle classi pollaio con numero sempre maggiore di alunni. Io pero’ vorrei capire una cosa perche’ proprio sono ignorante in materia: sono passati davvero tanti anni da quando io frequenatavo la scuola elementare (si chiamava ancora così…). Sono classe 1971 e ho quindi iniziato la scuola nel 1977. La mia era una classe numerosa e gestita da una sola maestra, splendida, di cui ho un vivo e orgoglioso ricordo. Malgrado non esistessero le lezioni di inglese, di informatica, ne’ tutta quella serie di progetti che esistono nelle scuole adesso, la mia unica e brava insegnante ci faceva anche lezione di musica (sapeva suonare il pianoforte e ci portava in un’aula dove si cantava tutti insieme). Ci insegnava pure quella che adesso si chiama educazione motoria. Niente esercizi sofisticati in stile personal trainer ma in palestra c’erano comunque le parallele, la pertica e la fune. Svolgevamo esercizi di coordinazione, equilibrio, piegamenti, corsa e giochi con la palla o staffette per sviluppare un po’ di sana competizione sportiva.
Siamo stati anche diverse volte in gita scolastica, da Genova alle Grotte di Toirano, non sono proprio due passi…. eppure nessun bambino e’ caduto, scivolando nelle umide grotte, nessuno si e’ perso. Siamo anche stati in visita alla Centrale del Latte. Che bei ricordi… Eppure la mia maestra ha fatto tutto questo senza nessuna compresenza. Ma cos’e’ questa benedetta compresenza di cui si parla in questi ultimi anni?
Semplicemente, vorrei capire proprio perche’ lo ignoro, per quale motivo quest’anno, a mia figlia, che ha iniziato la scuola primaria, e’ stato detto che non ci saranno gite didattiche per mancanza di insegnanti in compresenza? Perche’ c’e’ bisogno di aiuto da parte delle insegnanti per poter portare i bambini in gita? Negli anni 70 non ce n’era bisogno… Magari si aggiungevano sul pulman una o due mamme ad aiutare l’unica maestra della classe. Senza nessun allarmismo o leggi sulla sicurezza, tanto di moda adesso. E’ sempre andato tutto piu’ che bene. Forse adesso non stiamo esagerando? Mancano i soldi ma ci sono tante, troppe regole da rispettare. Risultato: non si fa piu’ niente di extra scolastico. Niente gite didattiche ad esempio.
Per non parlare delle lezioni di musica…. e di educazione motoria svolte da un’insegnante che non sa nemmeno cosa voglia dire fare un piegamento sulle ginocchia. Poverina, una maestra piuttosto anziana che, grazie alla Fornero non puo’ andare in pensione e le affidano una classe per materie marginali ma sempre importanti come muscia, ginnastica, scienze…. E informatica? In aula c’e’ una LIM ma che nessuno sa utilizzare. Tocca sempre a noi genitori insegnare le basi dell’informatica ai nostri figli…. che poi loro ci mettono un batter di ciglia ad imparare….per carita’!
Poveri bambini, trascurati da un sistema scolastico inefficente, senza soldi, senza risorse di personale davvero in gamba. Per fortuna in classe di mia figlia almeno l’insegnante prevalente di matematica e italiano e’ davvero all’altezza di svolgere il suo ruolo.
Spero che arrivino presto i fondi, come ha promesso Renzi, per un futuro anno scolastico 2015-2016 con insegnanti in gamba in tutte le materie, comprese quelle cosiddette marginali. Perche’ i bambini non vanno a scuola solo per imparare a leggere, scrivere e far di conto…. Tutte le materie sono importanti! E soprattutto insegnanti che svolgano il loro lavoro con amore e totale dedizione, senza squilibrati con esaurimenti vari e per non sentire mai piu’ parlare di mostri nelle scuole.