Ultima modifica 15 Marzo 2016
È passato un mese dalla riapertura della caccia e già si contano i morti. Ricomincia la strage, non solo di animali, ma anche quella di esseri umani, perlopiù cacciatori stessi ma anche persone qualsiasi che si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ricomincia, anche se nella realtà sembra non essersi mai interrotta. Nonostante si parli di un rinnovato dialogo tra cacciatori e ambientalisti, la stagione venatoria rappresenta, di per sè, un momento maledetto per chi ha a cuore le sorti della natura e degli animali. Inoltre, anche quest’anno, ben 13 Regioni hanno anticipato fissando le preaperture al 1 settembre.
Nell’anno precedente 118 vittime umane che significano, considerando 62 giorni effettivi di caccia, una media di quasi 2 vittime al giorno. Un vero e proprio bollettino di guerra: non c’è modo diverso per poter definire un quadro simile.
21 persone, si legge dal sito dell’associazione vittime della caccia fra cui due minorenni, morti ammazzati dall’esplosione di un fucile: 1 morto circa ogni 3 giorni, in cui si è data la possibilità, ad individui armati, di girare anche in proprietà altrui.
Anche quest’anno, nonostante sia passato appena un mese dall’apertura della stagione venatoria già si contano 28 vittime, e il dato non è aggiornato ad oggi, tra cui una ciclista ferita durante una competizione sportiva
E gli animali non hanno pagato un prezzo basso per ciò che tanti considerano un “divertimento”.Ancora dal sito dell’associazione leggiamo dati agghiaccianti:
– Animali domestici, tutelati per legge, ammazzati perché, come loro natura, difendevano il territorio, o uccisi all’allucinato scopo di prevenire risse con i cani da caccia al seguito, oppure al fine di eliminare potenziali concorrenti nella caccia.
Animali protetti uccisi perché scambiati per altri cacciabili o per pura crudeltà: ibis eremita, gufi, aquile, poiane, per citarne alcuni.
Animali considerati “selvaggina” ma uccisi in periodi in cui vigeva il divieto di cacciarli, o in aree protette, quali parchi, in cui si cerca di salvare quel po’ di biodiversità, residuo di una ricchezza d’altri tempi.
Patrimonio indisponibile dello Stato, come definito dalla legge 157/92, violato, saccheggiato, torturato da persone quali un bracconiere che, nel corso di un’intervista, si è vantato di uccidere 10.000 uccellini migratori, nell’arco di due mesi, i cui acquirenti sono consideranti probi ristoratori-
Insomma, nonostante petizioni, manifestazioni e proteste niente sembra fermare questi falsi sportivi che uccidono, feriscono e degradano. Niente riesce a bloccare questa inutile strage di animali e esseri umani perchè le lobby dei cacciatori, legate a quasi tutte le parti politiche, sono ancora troppo forti o, forse, è ancora troppo debole la voce della protesta.